Il 25 gennaio, dopo diverse ore di camera di consiglio, la consulta ha dichiarato incostituzionali le parti della legge elettorale cosiddetta Italicum (legge elettorale nunero 52 del 2015) che riguardano il secondo turno e la possibilità per i capilista candidati in più di un collegio di scegliere in quale collegio essere eletti. Leggi
Il 24 gennaio la corte costituzionale si esprimerà sulla legittimità costituzionale della legge elettorale cosiddetta Italicum. Le motivazioni della sentenza della corte saranno depositate tra il 15 e il 28 febbraio, ed è probabile che la consulta chieda al parlamento di approvare una nuova legge elettorale che recepisca le sue indicazioni. Premio di maggioranza, ballottaggio, capolista bloccati sono i punti che potrebbero essere dichiarati incostituzionali. Leggi
La vittoria del no al referendum costituzionale riapre la partita della legge elettorale che il parlamento dovrà riformare in tempi rapidi per impedire che alle prossime elezioni si vada a votare con due sistemi diversi. Se si andasse a votare domani quali sarebbero le leggi elettorali in vigore? E quali sono le proposte e i tempi di riforma della legge? Leggi
La camera ha approvato in via definitiva la nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum. L’aula ha approvato la riforma con 334 voti a favore e 61 contrari. L’opposizione ha scelto di abbandonare l’aula e di non partecipare al voto. Ecco cosa prevede la riforma. Leggi
La camera ha approvato l’Italicum in via definitiva, con 334 voti a favore e 61 contrari. A favore si sono dichiarati: il Partito democratico, Area popolare, Scelta civica, Popolari per l’Italia e Centro democratico. L’opposizione ha scelto di abbandonare l’aula e di non partecipare al voto mentre i deputati della minoranza del Partito democratico, in dissenso con la legge, sono rimasti in aula e hanno votato no. Hanno partecipato al voto anche alcuni esponenti di Forza Italia come Saverio Romano e Francesco Paolo Sisto. Il voto segreto è stato chiesto da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia.
L’Italicum passa ora al vaglio del presidente della repubblica Sergio Mattarella che con la sua firma deve autorizzarne la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale. La nuova legge elettorale tuttavia entrerà in vigore dal primo luglio del 2016, come prevede la clausola di salvaguardia contenuta nel testo approvato. Il nuovo sistema elettorale, infatti, si applica solo alla camera ed è quindi legato all’approvazione della riforma costituzionale, attualmente all’esame del senato, che abolisce l’elezione diretta dei senatori. Askanews
Stasera, intorno alle 21.30, è previsto alla camera il voto finale sul cosidetto Italicum, la riforma elettorale voluta dal governo di Matteo Renzi. L’Italicum è arrivato per la prima volta alla camera il 12 marzo 2014 e da quel momento ha subìto molte trasformazioni. Il 27 gennaio 2015 il senato ha approvato in prima lettura la legge. Ecco cosa prevede:
Premio di maggioranza e sbarramento. La lista che ottiene più del 40 per cento al primo turno (o che vince al ballottaggio) prende il premio di maggioranza: 340 seggi su 630. I 290 seggi che rimagono devono essere assegnati agli altri partiti. La soglia di sbarramento per entrare in parlamento è fissato al 3 per cento.
Collegi. Le 27 circoscrizioni attuali saranno sostituite da venti circoscrizioni elettorali, suddivise in cento collegi plurinominali. In ogni collegio, in media di circa seicentomila abitanti ciascuno, verranno presentate delle liste composte da sei o sette candidati. In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta si voterà invece con i collegi uninominali.
Preferenze. Nella prima stesura della legge elettorale le liste erano bloccate, cioè i candidati erano eletti nell’ordine in cui erano presentati nella lista. Nel testo appena approvato è previsto che solo i capolista siano bloccati, mentre dal secondo eletto in poi ci sono le preferenze. Ogni elettore potrà esprimere al massimo due preferenze.
Multicandidature. I capolista potranno candidarsi in più di un collegio elettorale, fino a un massimo di dieci.
Voto di genere. Ogni elettore potrà esprimere massimo due preferenze, ma dovrà votare due candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. È libero invece di esprimere una sola preferenza (o nessuna). Nell’ambito di ogni circoscrizione (che in parte coincide con le regioni) i capolista di un sesso non devono essere superiori al 60 per cento del totale.
È ricominciata la discussione in aula sull’Italicum, la riforma elettorale. Stasera è prevista la votazione finale. La legge è stata approvata in prima lettura alla camera a marzo 2014 e, dopo alcune modifiche, a gennaio dal senato.
Stasera alla camera, dopo l’esame degli ordini del giorno, si terrà il voto finale sulla nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum. I lavori dell’aula cominciano alle 12. La legge è stata approvata in prima lettura alla camera a marzo 2014 e, dopo alcune modifiche, a gennaio dal senato.
Il governo ha ottenuto il terzo voto di fiducia sull’Italicum, relativo all’articolo 4 della legge elettorale in discussione in aula alla camera. I sì sono stati 342, i no 15 e un solo astenuto. Le opposizioni, dopo una serie di contatti tra i vari capigruppo di Forza Italia, Lega, M5S, Fratelli d’Italia e Sel, hanno deciso di boicottare la votazione pomeridiana e rivedersi nei prossimi giorni per decidere una linea comune in vista del voto finale, in agenda per lunedì sera.
Il governo ha ottenuto la seconda fiducia dall’aula della camera sull’Italicum. Alla votazione sull’articolo 2 della riforma della legge elettorale, i sì sono stati 350 e i no 193, con un solo parlamentare astenuto.
Dopo la fiducia ottenuta alla camera dal premier Matteo Renzi, la minoranza interna del Partito democratico appare ulteriormente sfilacciata. Davanti alla scelta di approvare il testo dell’Italicum, senza ulteriori modifiche, cinquanta tra i dissidenti interni al partito hanno optato per il sì. Solo in 38 non hanno votato, tracciando un solco tra sé e l’azione decisa del premier. Leggi
È ripresa alla camera la discussione sulla riforma della legge elettorale, dopo che il governo ha ottenuto la fiducia sull’articolo 1 con 352 voti favorevoli, 207 voti contrari e un astenuto. Oggi sarà esaminato l’articolo 2 e l’articolo 4. Anche su questi due articoli il governo ha messo la fiducia. Il voto finale sul provvedimento si terrà la prossima settimana.
L’aula della camera ha confermato la fiducia al governo sul primo articolo della legge elettorale con 352 sì, 207 no e un astenuto. La maggioranza ha superato bene il suo primo test sull’Italicum nonostante le tensioni in atto nel Partito democratico: ben 38 deputati della minoranza dem di Area riformista non hanno votato. Tra questi, Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Guglielmo Epifani, Roberto Speranza, Pippo Civati, Rosy Bindi ed Enrico Letta.
“Sono soddisfatta, i numeri sono in linea con le altre fiducie” ha commentato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, mentre il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini ha ammesso che, in vista del voto finale di settimana prossima “c’è un lavoro politico da fare, di confronto nel Pd e nel gruppo parlamentare”.
Alla camera è cominciata poco dopo le 15.30 la chiama per il primo dei tre voti di fiducia sull’Italicum, relativo al primo articolo della legge elettorale. È un test importante sulla tenuta della maggioranza di Matteo Renzi, agitata dalle crescenti tensioni interne al Partito democratico.
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In un romanzo di David Foster Wallace c’è un personaggio che fa il tennista e si presenta in campo con una pistola: se non vinco, dice agli avversari, mi sparo. Anche Matteo Renzi otterrà in questo modo la sua vittoria per la legge elettorale. Ma sarà una vittoria vile, che fa male alla partecipazione democratica. Leggi
Il consiglio dei ministri ha autorizzato la richiesta del voto di fiducia sulla legge elettorale, il cosiddetto Italicum. La conferma arriva dal ministro dell’ambiente, Gianluca Galletti. “La questione di fiducia verrà posta adesso, alla ripresa dei lavori dell’aula”, ha spiegato Galletti.
L’Italicum, la legge elettorale in discussione alla camera, ha superato l’ostacolo del voto segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate ieri dalle opposizioni: sono state bocciate dall’aula con 209 sì e 384 no. Respinte anche le pregiudiziali di merito, con 208 sì e 385 no.
Lo scarto tra i numeri della maggioranza e quelli dell’opposizione è stato di 175 nella prima votazione e di 177 nella seconda votazione. Né ci sono state particolari sorprese sull’esito della consultazione, visto che mancavano solo dodici voti ai numeri su cui la maggioranza può contare sulla carta, cioè 396. Poche le assenze nell’emiciclo: mancavano all’appello solo 37 deputati. I votanti sono stati infatti 593. Askanews
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