“L’Europa è un continente in cui i numeri parlano di ripresa e prosperità, mentre la gente soffre e ha paura del futuro”, dice Yanis Varoufakis, intervistato al festival di Internazionale a Ferrara. Leggi
Yanis Varoufakis: un movimento pan-europeo come argine per classi politiche screditate e nazionalismi xenofobi Leggi
“Anche a me piacerebbe dare una lezione a Bruxelles e vedere i vari Juncker, Merkel e Cameron delusi dal risultato del referendum”, dice l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis. Però “la Brexit non sarebbe una vittoria per le forze di sinistra e le forze progressiste”, ma scatenerebbe una disintegrazione dell’Unione europea di cui beneficerebbero solo le forze nazionaliste, xenofobe e di estrema destra. Il video del Guardian. Leggi
Dopo il referendum e le riunioni politiche di ieri ad Atene, le trattative per salvare la Grecia passano oggi in campo europeo. Il parlamento di Strasburgo fa il punto dopo il referendum, a Bruxelles si riuniscono leader e ministri delle finanze dei paesi con l’euro. Leggi
I risultati del referendum, le parole di Tsipras, le reazioni dei creditori, le banche greche e i mercati internazionali. Ecco cosa è successo nelle ultime 24 ore in Grecia e gli appuntamenti principali di oggi. Leggi
Il primo ministro greco Alexis Tsipras e il vicepremier Yannis Dragasakis stanno discutendo per decidere chi sostituirà il ministro delle finanze dimissionario Yanis Varoufakis. Secondo fonti vicine al governo, la scelta potrebbe ricadere su Euclid Tsakalotos, il capo dei negoziatori del governo greco con i creditori internazionali. Un altro candidato potrebbe essere l’attuale ministro dell’economia Giorgos Stathakis. Il successore sarà annunciato dopo la riunione dei leader politici.
All’indomani del referendum in Grecia, che ha bocciato le proposte dei creditori internazionali, il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato le sue dimissioni sul proprio blog, motivando la sua decisione con la volontà di aiutare il premier Alexis Tsipras a raggiungere un accordo al tavolo dei negoziati.
Nel post messo on line questa mattina, si legge: “Subito dopo l’annuncio del risultato del referendum, sono stato informato di una certa preferenza da parte di alcuni partecipanti all’eurogruppo, e di partner ‘assortiti’, per la mia… ‘assenza’ dai loro incontri. Un’idea che il premier ha ritenuto potrebbe aiutarlo a raggiungere un accordo. Per questo motivo lascio oggi il ministero delle finanze. Lo considero mio dovere per aiutare Alexis Tsipras a sfruttare il capitale che il popolo greco gli ha accordato con il referendum di ieri”, ha sottolineato il ministro.
Il ministro uscente ha scritto che porterà “addosso con orgoglio il disgusto dei creditori” e che “noi della sinistra sappiamo fare gioco di squadra, senza interessarci ai privilegi delle cariche, per cui sosterrò appieno il premier Tsipras, il nuovo ministro delle finanze e il nostro governo”.
Chiuse le urne, il ministro delle finanze Yanis Varoufakis incontrerà il governatore della banca centrale greca, Yannis Stournaras, e i dirigenti delle principali banche del paese. Secondo la Bbc, l’incontro si terrà una volta conosciuto l’esito del voto, per discutere eventuali misure per allentare i limiti imposti ai prelievi bancari e ai trasferimenti all’estero. Leggi
Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha definito terroristica la retorica dei creditori di Atene che hanno chiesto agli elettori di votare sì al referendum di domenica 5 luglio. ”Quello che stanno facendo con la Grecia ha un nome: terrorismo”, ha detto in un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo. Leggi
Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis conferma che se dovesse vincere il sì al referendum del 5 luglio potrebbe dimettersi. Varoufakis lo ha detto durante un’intervista a Bloomberg tv.
La Banca centrale europea manterrà al livello attuale i fondi di emergenza alle banche della Grecia. L’istituto sceglie di non esasperare il clima dopo il fallimento del negoziato tra Atene e la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale. Leggi
L’Eurogruppo considera che Atene si sia auto esclusa dalla trattativa, dopo il rifiuto dell’ultimo piano offerto dai creditori e con l’ipotesi di un referendum consultivo il 5 luglio che sospenderebbe qualsiasi decisione almeno fino a domenica prossima. Ma il prestito del Fondo monetario internazionale scade il 30 giugno e Bruxelles ha negato la proroga. Per questo, i ministri dell’economia dei paesi con l’euro hanno sospeso la riunione e l’hanno poi ripresa escludendo il greco Yanis Varoufakis. In 18 – e non più in 19 –, stanno discutendo per “prepararci a tutto quello che sarà necessario per mantenere la stabilità dell’euro”, ha detto in conferenza stampa Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo.
In una conferenza stampa convocata subito dopo, il ministro delle finanze greco Varoufakis ha replicato che rifiuto dell’Eurogruppo di concedere una proroga sugli aiuti alla Grecia “per pochi giorni, poche settimane, per consentire ai greci di dire la loro con un referendum, è una decisione che danneggerà gravemente la credibilità e la reputazione delle istituzioni europee”. Lo ha affermato il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis.
I colloqui tra la Grecia e gli altri stati della zona euro si sono chiusi anche oggi senza fare passi in avanti. L’Eurogruppo sembra essere punto e a capo: ancora non è convinto del piano di riforme che Atene promette di approvare per garantire ai creditori che migliorerà i suoi conti e per ricevere in cambio i 7,2 miliardi di aiuti accordati nel 2012. I ministri economici dei 19 paesi che usano l’euro torneranno a riunirsi sabato, lasciando al governo greco un giorno di tempo per decidere se può accettare i tagli alle pensioni e gli aumenti dell’iva che si aspettano a Bruxelles. Il premier Alexis Tsipras e il suo ministro dell’economia Yanis Varoufakis sanno di non poter concedere molto senza mettere in bilico la loro maggioranza nel parlamento di Atene e il consenso nel paese.
Come riassume l’inviato a Bruxelles del quotidiano britannico The Guardian, Ian Traynor, i margini di tempo per salvare Atene dalla bancarotta si accorciano ogni ora di più. Restano quattro giorni: l’Eurogruppo dovrà cercare di firmare un accordo sabato, domenica le riforme concordate nel piano dovranno essere approvate dal parlamento di Atene e lunedì dovrà votarle i parlamento tedesco. Martedì, 30 giugno, è il giorno della verità: Atene deve pagare quasi 1,6 miliardi al Fondo monetario internazionale. Se ci riesce, perché nel frattempo ha ottenuto il prestito dai partner dell’Unione europea, è salva. Almeno per il momento. Altrimenti, si apre la strada dell’insolvenza e forse l’uscita dall’euro.
Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato nuove idee per sbloccare la crisi. Gli altri partecipanti sono scettici. Atene ha le casse vuote e il 30 giugno deve pagare 1,6 miliardi al Fondo monetario internazionale, che non accetta ritardi. Leggi
Le borse europee hanno aperto tutte in calo. Il pessimismo degli investitori riflette la sfiducia sul fatto che si possa trovare un accordo sulla Grecia nella riunione dei ministri economici dell’eurozona, questa mattina a Lussemburgo.
Mancano 13 giorni: il 30 giugno, Atene deve pagare un debito di 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale (Fmi). Se prima non riceve gli aiuti della Commissione, la sua insolvenza potrebbe avviare il paese fuori dall’euro. Un rischio che l’eurogruppo di oggi prova a esorcizzare, visto che le preoccupazioni per la Grecia hanno contagiato il mercato di tutta la zona. Il FTSEurofirst 300, cioè l’indice che misura l’andamento del portfolio europeo, ha perso sette punti da maggio.
Ma le trattative sono in stallo. Le posizioni del primo ministro greco Alexis Tsipras e quelle dei negoziatori di Commissione, Banca centrale europea e Fmi non sono mai state così lontane. Tsipras e il suo ministro dell’economia Yanis Varoufakis si sono rifiutati di tagliare le pensioni e di approvare altre misure di austerità, che i creditori chiedono prima di prestar loro altri soldi, come garanzia del fatto che in futuro i greci spenderanno meno e potranno ripagarli. Dal canto loro, i negoziatori internazionali dicono di aver fatto tutto il possibile per trovare un punto d’incontro e che ormai è Atene a dover cedere. Almeno la cancelliera tedesca Angela Merkel, che spinge per il salvataggio, ha dichiarato che un accordo è ancora possibile.
Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble incontrerà oggi a Berlino il ministro dell’economia greco Yanis Varoufakis. L’incontro avviene in un momento cruciale della trattativa tra Atene e i suoi creditori. Leggi
L’accordo tra la Grecia e i creditori internazionali è imminente. Lo ha assicurato il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, secondo cui il piano sarà pronto entro la prossima settimana. Il 5 giugno è la data entro cui il governo di Atene dovrà versare 1,5 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, se non si troverà un accordo prima. Varoufakis ha inoltre negato che la Grecia potrebbe uscire dall’eurozona. La notizia di un imminente accordo è stata confermata anche dal primo ministro greco Alexis Tsipras.
Prima di ricevere la tranche finale di 7,2 miliardi di prestito dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale, la Grecia è vincolata dal varo di riforme economiche . E il governo di Atene non ha ancora avviato né la riforma delle pensioni, né un nuovo piano di tassazione o la deregolamentazione del mercato del lavoro e il reintegro di 4000 dipendenti pubblici.
La settimana scorsa il governo ha attinto alle risorse del Fondo monetario per pagare 750 milioni di debiti sul prestito già esistente.
“Vi assicuro che se ci troveremo di fronte al dilemma tra il pagare un creditore che si rifiuta di firmare un accordo con noi e un pensionato, pagheremo il pensionato”, ha detto Varoufakis sottolineando che non accetterà nessun compromesso non praticabile. “Ma spero che saremo in grado di pagare entrambi”, ha aggiunto il ministro delle finanze. Tsipras prenderà parte al summit dei partner dell’Europa dell’est a Riga il prossimo 21 e 22 maggio, durante il quale si discuterà anche della questione del debito greco.
Un gruppo di presunti anarchici ieri sera ha lanciato oggetti contro il ministro greco dell’economia Yanis Varoufakis in un ristorante di Atene. Varoufakis, che era insieme alla moglie, aveva appena finito di cenare nel quartiere di Exarchia, una zona molto frequentata da anarchici e gruppi di sinistra, quando i contestatori si sono avvicinati al ministro, minacciandolo e lanciandogli contro dei bicchieri. La moglie di Varoufakis si è frapposta, impedendo il contatto fisico. Nessuno è rimasto ferito.
In seguito i presunti anarchici si sono allontanati e Varoufakis li ha raggiunti, discutendo animatamente per circa quindici minuti, alla fine dei quali la situazione è tornata alla calma.
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