L’esercito israeliano ha annunciato il 9 ottobre di aver colpito nella notte “più di cinquecento obiettivi” nella Striscia di Gaza, mentre il bilancio dei combattimenti e dell’attacco di Hamas in territorio israeliano è salito a più di 1.100 vittime in tre giorni in Israele e a Gaza.

“Aerei da caccia, elicotteri e artiglieria hanno colpito più di cinquecento obiettivi di Hamas e della Jihad islamica”, ha annunciato l’esercito in un comunicato. Le forze armate israeliane stanno cercando di riprendere il controllo della situazione dopo l’attacco a sorpresa condotto da Hamas il 7 ottobre – via terra, aria e mare – nel giorno dello Shabbat, il riposo settimanale ebraico. I soldati stanno anche dando la caccia ai miliziani di Hamas che si trovano ancora nel sud d’Israele. Nella zona sono stati inviati centomila riservisti, secondo un portavoce dell’esercito.

Più di settecento israeliani sono morti e 2.150 sono rimasti feriti dall’inizio dell’attacco, ha annunciato l’esercito israeliano la mattina del 9 ottobre. La maggior parte delle vittime sono civili.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha avvertito che sarà una guerra “lunga e difficile”. “Il nemico è ancora presente in territorio israeliano”, ha dichiarato un portavoce dell’esercito la sera dell’8 ottobre. “Stiamo rinforzando le nostre posizioni, soprattutto vicino a Gaza, e ripulendo l’area. Daremo la caccia ai terroristi ovunque si trovino”.

Nella Striscia di Gaza, controllata da Hamas dal 2007, sono stati uccisi 413 palestinesi, tra cui 78 bambini e 41 donne, mentre 2.300 sono rimasti feriti, hanno riferito l’8 ottobre le autorità locali.

“Circa mille miliziani di Hamas hanno partecipato all’invasione di Israele”, ha dichiarato un portavoce dell’esercito israeliano su X (l’ex Twitter). L’esercito israeliano sta anche cercando di salvare gli ostaggi israeliani che sono stati portati a Gaza, tra cui “donne, bambini, neonati, anziani e disabili”, ha aggiunto.

Secondo l’ufficio stampa del governo (Gpo), Hamas ha fatto “più di cento prigionieri”.

“Civili e soldati sono nelle mani del nemico”, ha dichiarato il capo dell’esercito israeliano Herzi Halevi. “Siamo in guerra”.

“Il giorno peggiore nella storia d’Israele”

Almeno quattro statunitensi sono morti nell’offensiva di Hamas, ha dichiarato Chuck Shumer, leader della maggioranza al senato americano. È stata confermata la morte anche di dodici tailandesi, dieci nepalesi e altri cittadini stranieri, tra cui una francese e un canadese.

Israele è stato attaccato anche dal confine settentrionale con il Libano. L’Hezbollah libanese, alleato di Hamas e dell’Iran, ha sparato alcuni colpi in territorio israeliano. L’esercito ha risposto colpendo le posizioni di Hezbollah con un drone.

In Egitto due turisti israeliani sono stati uccisi da un poliziotto ad Alessandria, secondo il ministero degli esteri israeliano. Hamas e la Jihad islamica, un altro gruppo armato palestinese, hanno rivendicato la cattura di “molti soldati”. “È successa una cosa senza precedenti”, ha riconosciuto Netanyahu.

Jonathan Panikoff, direttore della Scowcroft Middle East security initiative, ha dichiarato che “Israele è stato colto di sorpresa” e che “molti israeliani faticano a capire come sia potuto accadere”.

Yaakov Shoshani, 70 anni, un abitante di Sderot, denuncia un “fallimento totale”: “Ha fallito il governo, ha fallito l’esercito, hanno fallito i servizi segreti, sia militari sia civili, e ha fallito la barriera al confine con la Striscia di Gaza”.

“Si tratta, e di gran lunga, del giorno peggiore nella storia d’Israele”, ha dichiarato un portavoce dell’esercito. “Mai così tanti israeliani erano stati uccisi tutti insieme. È un evento paragonabile all’11 settembre o a Pearl Harbor per gli Stati Uniti”.

Un ex soldato israeliano ha affermato che la guerra arabo-israeliana del 1973, che rimane un trauma nazionale in Israele, “non è stata niente rispetto all’attacco del 7 ottobre”. Nel 1973 l’offensiva araba colse Israele di sorpresa, causando 2.600 vittime israeliane in tre settimane di combattimenti.

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Sospese le forniture di elettricità e cibo

Le Brigate al Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno affermato di aver lanciato l’operazione, in cui più di cinquemila razzi sono stati sparati verso Israele, per “punire il crimine dell’occupazione”. Israele occupa la Cisgiordania e la parte orientale di Gerusalemme dal 1967, e impone un blocco alla Striscia di Gaza dal 2007.

Israele ha sospeso le forniture di elettricità, cibo e altri beni di prima necessità al territorio palestinese. Il ministero dell’istruzione israeliano ha annunciato la chiusura delle scuole in tutto il paese almeno fino al 10 ottobre.

L’attacco di Hamas è stato condannato dai paesi occidentali. L’8 ottobre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che Israele ha “il diritto di difendersi dal brutale attacco di Hamas”. Lo stesso giorno gli Stati Uniti hanno cominciato a inviare aiuti militari a Israele e schierato la portaerei Uss Gerald Ford al largo delle coste del paese.

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha assicurato a Netanyahu il “sostegno incondizionato” del Regno Unito, mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha invitato Israele e Hamas a “operare per la pace” e a non colpire i civili.

“L’Iran sostiene la legittima difesa della nazione palestinese”, ha dichiarato invece l’8 ottobre il presidente iraniano Ebrahim Raisi.

Alcuni paesi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno condannato l’8 ottobre l’offensiva di Hamas, anche se gli Stati Uniti hanno deplorato la mancanza di unanimità sul tema.

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