Molti leader della destra spagnola hanno partecipato l’8 ottobre a una manifestazione a Barcellona contro il progetto di concedere un’amnistia ai separatisti catalani in cambio del loro sostegno a un governo di sinistra guidato da Pedro Sánchez.
Molti partecipanti sventolavano bandiere spagnole e catalane, e avevano cartelli con la scritta “no all’amnistia”. La manifestazione, che si è svolta nel centro della città, era stata indetta da Societat civil catalana (Scc), un’associazione che si oppone all’indipendenza della Catalogna.
Il premier uscente Pedro Sánchez, socialista, vorrebbe concedere un’amnistia ai separatisti catalani incriminati in seguito al tentativo fallito di secessione dalla Spagna con il referendum del 2017. In cambio i deputati catalani dovrebbero sostenere un nuogo governo Sánchez, che altrimenti non avrebbe i numeri per governare dopo le elezioni anticipate di luglio.
La proposta ha suscitato reazioni furibonde dei partiti di destra e di estrema destra, ma è contestata anche da alcuni esponenti socialisti, secondo i quali l’amnistia non può essere usata come merce di scambio.
“Concedere un’amnistia in cambio di sostegno politico è un’aberrazione ed è anche incostituzionale”, ha dichiarato la leader dell’Scc Elda Mata. La sua speranza è che il sucesso della manifestazione ostacoli i piani di Sánchez.
Feijóo e Abascal
Secondo le stime della polizia locale, i partecipanti sono stati più di cinquantamila (300mila per gli organizzatori).
Hanno partecipato esponenti di spicco della destra, tra cui il leader del Partito popolare (Pp, destra) Alberto Núñez Feijóo. La formazione ha ottenuto la maggioranza relativa nelle elezioni di luglio, ma non è riuscita a formare un governo, nonostante l’alleanza con il partito di estrema destra Vox. Anche il leader di Vox, Santiago Abascal, era presente alla manifestazione.
“Non si tratta di un’amnistia di riconciliazione, ma di un’amnistia per restare in carica”, ha affermato Feijóo. “È un abuso di potere che non si addice a una democrazia”.
Abascal ha definito il progetto “un assalto alla costituzione”, accusando Sánchez di essere pronto a tutto per restare al potere.
Il Partito socialista (Psoe) è arrivato secondo nelle elezioni di luglio. Per mantenere l’incarico di premier Sánchez ha bisogno dell’appoggio di sette deputati dell’alleanza Junts per Catalunya, che in cambio ha chiesto l’amnistia.
Araceli Rodríguez, una docente universitaria di 53 anni presente alla manifestazione, ha dichiarato all’Afp di essere “fermamente contraria” all’amnistia: “Non si può svendere la democrazia per ottenere il voto di sette deputati. Oltretutto l’amnistia farebbe gli interessi di un partito che non ha neanche vinto le elezioni”.