Decine di carri armati, mezzi di trasporto e truppe israeliani sono entrati nel sud della Striscia di Gaza, vicino alla città di Khan Yunis, il 4 dicembre.
Amine Abu Hola, 59 anni, ha riferito all’Afp che i veicoli militari israeliani erano entrati “a una profondità di due chilometri” nel villaggio di Al Qarara, a nordest di Khan Yonis. “I carri armati sono ora sulla strada Salaheddine”, che collega la Striscia di Gaza da nord a sud, ha aggiunto Moaz Mohammed, 34 anni.
Israele ha esteso l’offensiva contro i miliziani di Hamas nella Striscia di Gaza sotto assedio il 4 dicembre. Intanto si aggravano le preoccupazioni internazionali per il crescente numero di vittime civili nella guerra cominciata il 7 ottobre e per gli incidenti che ci sono stati lo scorso weekend in Iraq e nel mar Rosso.
“L’esercito israeliano continua a espandere le sue operazioni di terra contro Hamas in tutta la Striscia di Gaza. L’esercito opera ovunque Hamas abbia delle roccaforti”, ha detto il portavoce Daniel Hagari il 3 dicembre.
I soldati israeliani sono impegnati in un’offensiva di terra dal 27 ottobre nel nord di Gaza, dove hanno preso il controllo di diverse zone. Da quando i combattimenti sono ripresi, dopo la scadenza di una tregua di una settimana con Hamas, l’esercito si è concentrato sui raid aerei.
Nella notte, un bombardamento all’ingresso dell’ospedale Kamal Adwan, situato nel nord di Gaza, ha provocato diversi morti, secondo l’agenzia palestinese Wafa, mentre il governo di Hamas in un comunicato accusa l’esercito israeliano di “grave violazione” delle norme internazionali e del diritto umanitario.
Contattato dall’Afp per sapere se avesse bombardato il perimetro di questo ospedale, l’esercito israeliano non ha risposto. Israele accusa Hamas d’installare infrastrutture militari all’interno e sotto agli ospedali e di usare i civili come scudi umani.
Il ministero della salute di Hamas ha dichiarato domenica che 15.523 persone, il 70 per cento delle quali donne e bambini, sono state uccise dall’inizio dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, effettuati in risposta al sanguinoso attacco del 7 ottobre del gruppo islamista palestinese contro Israele.
“Nelle ultime ore, solo 316 morti e 664 feriti hanno potuto essere estratti dalle macerie e portati negli ospedali, ma molti altri sono ancora sotto le macerie”, ha detto Ashraf al Qidreh, portavoce del ministero della salute di Hamas.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver effettuato “circa diecimila attacchi aerei dall’inizio della guerra”. Nel sud della Striscia di Gaza gli attacchi hanno colpito la città di Khan Yunis e i dintorni, dove ormai ogni giorno l’esercito avverte con volantini lanciati in alcuni quartieri che “un attacco è imminente” e ordina agli abitanti di andarsene.
Il 3 dicembre i residenti sono fuggiti dalla città, a piedi, ammassati sui carri o in macchina, con le loro cose ammucchiate sul tetto, secondo le immagini dell’Afp. Gli ospedali nel sud della Striscia di Gaza sono sopraffatti dall’afflusso di feriti mentre le riserve di carburante per far funzionare i generatori sono quasi esaurite.
All’ospedale Nasser di Khan Yunis, il più grande nel sud di Gaza, a ogni esplosione arrivano nuovi feriti e nuovi corpi, a volte senza nessuno che li identifichi.
Ehab al Najjar, un abitante del posto, è arrabbiato: “Sono andato a casa e ho visto la bomba caderci sopra”, ha detto all’Afp, descrivendo i corpi in strada. “La metà erano bambini piccoli. Qual era la loro colpa?”
“Mi mancano le parole per descrivere gli orrori che colpiscono i bambini”, ha detto in un video James Elder, portavoce dell’Unicef in visita all’ospedale Nasser di Khan Yunis. “Questo è il peggior bombardamento della guerra nel sud di Gaza. Sto vedendo un numero enorme di vittime tra i bambini”, aveva dichiarato in precedenza su X, ex Twitter.
Nella vicina città di Rafah, i residenti che camminavano tra le macerie si sono radunati intorno a un enorme cratere. “È un bombardamento straordinario. Non sappiamo perché. Non sappiamo a quale scopo”, ha esclamato uno di loro, Mohammad Fahjan.
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Uno degli alleati di Israele, gli Stati Uniti, che gli forniscono ogni anno miliardi di dollari in aiuti militari, ha intensificato gli appelli per la protezione dei civili a Gaza. “Troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi”, ha dichiarato la vicepresidente Kamala Harris ai giornalisti presenti ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite a Dubai.
Il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, ha dichiarato che la colpa delle morti è di Hamas e che le persone uccise “sarebbero ancora vive” se il gruppo non avesse compiuto gli attacchi del 7 ottobre.
Il 3 dicembre, intanto, un caccia statunitense ha abbattuto diversi droni sul mar Rosso, mentre assisteva delle navi commerciali, secondo quanto riferito dal Comando centrale degli Stati Uniti.
I ribelli huthi nello Yemen sostenuti dall’Iran, che hanno dichiarato di aver preso di mira le due navi, hanno lanciato una serie di droni e missili verso Israele nelle ultime settimane e hanno sequestrato una nave da carico il mese scorso, ma gli ultimi attacchi segnano un’escalation significativa della minaccia alla navigazione nell’area.
In Iraq un attacco aereo ha ucciso almeno cinque miliziani filoiraniani a Kirkuk, secondo fonti della sicurezza irachena, dopo che Baghdad aveva messo in guardia Washington da “attacchi” sul suo territorio. I combattimenti sono scoppiati anche al confine settentrionale di Israele con il Libano.
L’esercito israeliano ha dichiarato di avere lanciato attacchi di artiglieria in risposta al fuoco contro Hezbollah. Il gruppo libanese, sostenuto dall’Iran, ha dichiarato di aver lanciato diversi attacchi contro le posizioni israeliane, tra cui un missile che ha colpito un veicolo militare.