Il neonazista norvegese Anders Behring Breivik, che nel 2011 uccise 77 persone in un duplice attentato terroristico, ha partecipato l’8 gennaio alla prima udienza di una causa che lui stesso ha intentato contro lo stato per la sua detenzione in isolamento.
In giacca e cravatta e con la testa rasata, Breivik, a differenza delle precedenti apparizioni pubbliche, si è astenuto da qualsiasi provocazione nel corso dell’udienza, che si è svolta nella palestra della prigione di Ringerike. Il procedimento durerà cinque giorni.
Breivik, 44 anni, detenuto nella sezione di massima sicurezza della prigione, sostiene che l’isolamento a cui è sottoposto da quasi undici anni e mezzo violi l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani (Cedu), che vieta i trattamenti disumani e degradanti.
Il 22 luglio 2011 Breivik fece esplodere una bomba vicino alla sede del governo a Oslo, uccidendo otto persone, e poi raggiunse l’isola di Utøya, dov’era in corso un campo estivo dei giovani laburisti, assassinando a colpi di arma da fuoco altre 69 persone, in maggioranza adolescenti.
Nel 2012 fu condannato alla pena massima di ventuno anni di prigione, con la possibilità di un’estensione.
“Propositi suicidi”
Il suo avvocato Øystein Storrvik sostiene che il lungo periodo d’isolamento abbia causato danni psicologici a Breivik, che “ha manifestato propostiti suicidi e deve assumere antidepressivi”.
Secondo Storrvik, Breivik ha contatti solo con altri due detenuti, che vede per un’ora ogni due settimane, e con il personale del carcere.
Breivik chiede anche una riduzione dei filtri alla sua corrispondenza con il mondo esterno.
Nel 2016 aveva già fatto causa allo stato per gli stessi due motivi, ottenendo a sorpresa un parziale successo in primo grado prima di essere respinto in appello. Un ulteriore ricorso era stato poi dichiarato irricevibile dalla Cedu nel 2018.
Secondo l’agenzia di stampa norvegese Ntb, Breivik dispone di più stanze su due piani, tra cui una cucina, una sala tv con console per videogiochi e una palestra attrezzata.
Gli è stato anche concesso di tenere una gabbia con tre pappagalli.
Secondo lo stato, l’isolamento di Breivik è motivato sia dalla sua pericolosità sia dalla necessità di proteggerlo dagli altri detenuti.
Il tribunale di Oslo ha vietato la trasmissione pubblica della testimonianza di Breivik, prevista per il pomeriggio del 9 gennaio.