Una giudice del Delaware, nell’est degli Stati Uniti, ha annullato il 30 gennaio un pacchetto retributivo da circa 56 miliardi di dollari assegnato nel 2018 dalla Tesla al suo amministratore delegato Elon Musk. Il ricorso era stato presentato da un azionista dell’azienda, specializzata nella produzione di automobili elettriche.
“La sentenza è favorevole al ricorrente”, ha affermato la giudice Kathaleen McCormick.
“La cifra è 250 volte superiore alla retribuzione media dei colleghi di Elon Musk”, si legge nel testo della sentenza. “All’epoca dell’approvazione del piano Musk deteneva il 21,9 per cento del pacchetto azionario della Tesla, ma controllava di fatto l’azienda”.
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Secondo la giudice, gli azionisti hanno ricevuto informazioni “errate” e “fuorvianti” prima dell’assemblea che ha approvato il pacchetto retributivo.
“Non fate l’errore di registrare la vostra azienda nel Delaware”, ha reagito Musk sul social network X, di cui è proprietario.
Lo studio legale che rappresenta il ricorrente principale Richard Tornetta e altri azionisti ha dichiarato all’Afp di essere soddisfatto di aver vinto una “causa storica”.
SpaceX, Neuralink e The Boring Company
Il pacchetto retributivo prevedeva che Musk ricevesse azioni della Tesla in base al raggiungimento di una serie di obiettivi nell’arco di dieci anni. Al momento dell’approvazione il valore era stimato in 56 miliardi di dollari.
Secondo il ricorrente, Musk avrebbe dettato i termini del piano ai membri del consiglio d’amministrazione, che non avevano sufficiente autonomia per opporsi a causa dei loro rapporti con l’amministratore delegato o dei loro interessi personali.
La giudice ha considerato il pacchetto retributivo spropositato anche perché Musk non lavorava a tempo pieno per la Tesla, ma dirigeva anche l’azienda aerospaziale SpaceX e le start-up Neuralink e The Boring Company.
Il processo, durato cinque giorni, si è svolto senza giuria.