Il 1 febbraio i blocchi stradali degli agricoltori francesi non si sono fermati, soprattutto nei dintorni di Parigi, dove le forze dell’ordine hanno continuato a essere schierate intorno al mercato di Rungis, mentre Emmanuel Macron è partito per Bruxelles per discutere della crisi agricola europea, a margine di un vertice dell’Unione europea.
In mattinata il presidente francese ha incontrato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sul “futuro dell’agricoltura europea”, ha annunciato l’Eliseo.
Gli aiuti all’agricoltura, che sono stati annunciati il 31 gennaio dal governo francese e le concessioni fatte dalla Commissione europea, non sono state accettate di buon grado dalla categoria, che si è mobilitata anche in Italia, Spagna e Germania.
Secondo gli organizzatori delle proteste, a Bruxelles dovrebbero convergere diverse centinaia di trattori in segno di protesta. La principale confederazione sindacale agricola italiana, la Coldiretti, ha annunciato che porterà un migliaio di affiliati per denunciare “la follia che minaccia l’agricoltura”.
Il 31 gennaio, gli agricoltori francesi e quelli belgi hanno bloccato “congiuntamente” un tratto di confine, denunciando le “distorsioni della concorrenza” prevista dagli accordi di libero scambio e chiedendo che il vertice europeo prenda provvedimenti.
La Commissione europea ha proposto di concedere una deroga “parziale” agli obblighi di ritiro dalla produzione imposti dalla politica agricola comune (Pac) per il 2024 e sta valutando d’implementare un meccanismo per limitare le importazioni dall’Ucraina (pollame, uova e zucchero).
Sebbene Parigi si sia detta soddisfatta del fatto che Bruxelles abbia “risposto alle richieste della Francia”, la deroga è arrivata “in ritardo” e le misure sulle importazioni rimangono “insufficienti”, ha denunciato il Copa-Cogeca, l’organizzazione dei sindacati agricoli dell’Unione.
“Ventinove sostanze attive (fungicidi, insetticidi, erbicidi) che possono ancora essere usate in Ucraina sono vietate nell’Unione europea”, ha sottolineato la Confederazione generale dei coltivatori di canna da zucchero, preoccupata che continuino “le massicce importazioni” di zucchero dal paese extraeuropeo.
In tutti i paesi europei gli agricoltori denunciano le stesse cose: una politica europea troppo complessa, redditi troppo bassi, inflazione, concorrenza estera, burocrazia, aumento dei prezzi del carburante.
E un altra questione controversa rimane a Bruxelles: la Commissione sta infatti negoziando un accordo di libero scambio con i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) per quanto riguarda il settore agricolo.