Il 1 febbraio i leader dei ventisette paesi membri dell’Unione europea hanno approvato il pacchetto di aiuti per l’Ucraina da cinquanta miliardi di euro che finora era stato bloccato dal primo ministro ungherese Viktor Orbán.
“I leader hanno approvato all’unanimità aiuti aggiuntivi da cinquanta miliardi di euro per l’Ucraina nell’ambito del bilancio dell’Unione europea”, ha affermato il presidente del consiglio europeo Charles Michel sul social network X.
“L’accordo garantisce all’Ucraina finanziamenti stabili e a lungo termine”, ha aggiunto Michel.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di “bella giornata per l’Europa”, mentre Kiev ha espresso la sua soddisfazione per il “contributo” dato da Bruxelles a una “vittoria comune” sulla Russia.
Il vertice è stato preceduto da una riunione a cui hanno partecipato Orbán, Michel, Von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni.
Gli aiuti europei all’Ucraina – trentatré miliardi di prestiti e diciassette di donazioni – saranno inseriti nel bilancio pluriennale dell’Unione europea che si chiude nel 2027.
Kiev aveva disperatamente bisogno degli aiuti europei per evitare il crollo della sua economia in un momento in cui i finanziamenti statunitensi sono bloccati al congresso.
Nel dicembre scorso Orbán, l’unico leader europeo che ha mantenuto stretti legami con Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina, aveva fatto infuriare i suoi colleghi mettendo il veto agli aiuti per Kiev.
All’epoca il premier ungherese era stato accusato di ricattare l’Unione europea per ottenere lo sblocco dei fondi comunitari destinati al suo paese ma congelati a causa di violazioni dello stato di diritto.
“Non siamo stanchi dell’Ucraina, siamo stanchi di Orbán”, ha dichiarato il primo ministro polacco Donald Tusk al suo arrivo a Bruxelles per il vertice del 1 febbraio.
Il vertice si svolge in un contesto di forte mobilitazione degli agricoltori, con circa 1.300 trattori presenti nella capitale belga. I manifestanti hanno incendiato pneumatici e abbattuto una statua vicino alla sede del vertice.