Il 6 febbraio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro di un progetto di legge, già bocciato dal parlamento europeo, che puntava a ridurre l’uso dei pesticidi in agricoltura.
Elemento chiave del patto verde europeo, il testo era stato proposto da Bruxelles nel 2022 e fissava obiettivi vincolanti per dimezzare entro il 2030, rispetto al periodo 2015-2017, l’uso dei prodotti fitosanitari chimici nell’Unione europea.
“Purtroppo la legge è diventata un simbolo di polarizzazione”, ha affermato Von der Leyen davanti agli eurodeputati a Strasburgo, mentre gli agricoltori protestano da settimane contro vincoli ecologici che considerano eccessivi.
“Abbiamo deciso di puntare sul dialogo”, ha aggiunto la presidente della Commissione. “Cercheremo di mettere a punto una nuova proposta con la partecipazione delle parti in causa”.
L’organizzazione Copa-Cogeca, che riunisce i principali sindacati agricoli europei, aveva definito il testo “ideologico e irrealistico”.
Alla fine di novembre la legge sui pesticidi era stata respinta dal parlamento europeo dopo che alcuni emendamenti presentati dal Partito popolare europeo (Ppe, destra) l’avevano di fatto svuotata.
Secondo Pascal Canfin, presidente della commissione ambiente del parlamento europeo ed esponente del gruppo liberale Renew Europe, la mancata approvazione della legge “è un errore e un’occasione mancata”.
Limiti alle esportazioni dall’Ucraina
Il ritiro del testo ha preceduto di poche ore la presentazione di un piano in cui Bruxelles ha fissato un obiettivo climatico per il 2040 che prevede la riduzione del 90 per cento delle emissioni di gas serra. Il piano dovrebbe risparmiare in parte il settore agricolo, responsabile dell’11 per cento delle emissioni europee.
Di fronte alle proteste con i trattori in molte città europee, Bruxelles sta moltiplicando i gesti di sostegno agli agricoltori.
La settimana scorsa la Commissione ha proposto una deroga parziale agli obblighi di messa a riposo dei terreni e limiti alle importazioni dall’Ucraina, due dei principali motivi di protesta, promettendo inoltre di semplificare la Politica agricola comune (Pac).
La Commissione ha inoltre riconosciuto che non ci sono le condizioni per concludere un accordo commerciale con i paesi sudamericani del Mercosur.