La Commissione europea raccomanderà ai Ventisette l’apertura dei negoziati per l’adesione della Bosnia-Ergegovina, ultima tappa di un processo di allargamento dell’Unione europea che ha ripreso slancio dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Salutando gli “impressionanti progressi” compiuti dal paese balcanico, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il 12 marzo che Bruxelles raccomanderà l’apertura di negoziati formali, come aveva già fatto alla fine del 2023 per l’Ucraina e la Moldova.
I leader europei discuteranno della questione nel prossimo vertice a Bruxelles tra il 21 e il 22 marzo.
“Abbiamo aperto la porta dell’Unione europea e non torneremo indietro”, ha affermato Nermin Nikšić, primo ministro della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, una delle due entità che compongono il paese.
A quasi trent’anni dagli accordi di Dayton, che nel 1995 misero fine alla guerra in questa ex repubblica jugoslava, il paese rimane profondamente diviso. La seconda entità che compone il paese, la Repubblica Serba, è spesso accusata di fare il gioco di Mosca.
La settimana scorsa, durante una visita nella capitale Sarajevo, la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock ha messo in guardia dalla “retorica” russa in Bosnia, riferendosi al presidente dell’entità serba Milorad Dodik, che di recente ha ricevuto un’onorificenza dal presidente russo Vladimir Putin.
Negli stessi giorni l’alto rappresentante della comunità internazionale in Bosnia, Christophe Schmidt, ha denunciato il comportamento “antieuropeo” del leader serbobosniaco.
Il 12 marzo Von der Leyen ha dichiarato che la Bosnia “è ormai pienamente allineata alla politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, il che è fondamentale in questi tempi geopolitici difficili”.
La Bosnia è candidata a entrare nell’Unione europea dal 2016, ma i negoziati hanno subìto un’accelerazione dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Tuttavia, rimangono da superare alcuni ostacoli. Il paese si è appena dotato di una legge antiriciclaggio voluta da Bruxelles, ma non ha ancora adottato una riforma giudiziaria e una legge sui conflitti d’interesse.