Da sinistra, il presidente Cyril Ramaphosa, il leader della Da John Steenhuisen e il leader degli Eff Julius Malema. (Olympia De Maismont, Afp)

Il 2 giugno l’African national congress (Anc), il partito al potere in Sudafrica dalla fine dell’apartheid, ha annunciato di aver avviato le trattative per formare un governo di coalizione, dopo aver perso per la prima volta la maggioranza assoluta nelle elezioni legislative del 29 maggio.

Il presidente Cyril Ramaphosa ha invitato tutte le forze politiche a “lavorare insieme”.

“L’Anc è pronto a formare un governo stabile con altre formazioni”, ha affermato il segretario generale del partito Fikile Mbalula.

In base ai risultati ufficiali del voto, annunciati dalla commissione elettorale la sera del 2 giugno, l’Anc ha ottenuto solo 159 seggi su quattrocento, contro i 230 della precedente legislatura.

La Democratic alliance (DA), la principale formazione d’opposizione, ha ottenuto 87 seggi, mentre il nuovo partito radicale uMkhonto we Sizwe (Mk), guidato dall’ex presidente Jacob Zuma, è arrivato terzo con 58 seggi.

L’Anc potrebbe formare una coalizione con la Da, un’ipotesi che rassicurerebbe il mondo degli affari, o rivolgersi ai due partiti della sinistra radicale, l’Mk e la formazione Economic freedom fighters (Eff), fondata da Julius Malema.

L’Mk ha però escluso trattative con l’Anc “finché sarà guidato da Ramaphosa”.

La Da ha annunciato il 2 giugno l’avvio di “colloqui esplorativi per evitare la nascita di una coalizione di governo tra l’Anc e i partiti della sinistra radicale”.

Ramaphosa ha definito le elezioni “libere, eque, credibili e pacifiche”. “Il popolo si è espresso, che ci piaccia o no”, ha scherzato il capo dello stato, che è anche il presidente dell’Anc.

L’Mk ha però denunciato irregolarità e ha boicottato la proclamazione dei risultati.

In questo mese il nuovo parlamento sarà chiamato a eleggere il nuovo presidente del Sudafrica.