Il Comitato d’inchiesta russo ha raccomandato di mettere in detenzione il francese Laurent Vinatier, ha annunciato il 7 giugno il suo avvocato. Vinatier, impiegato di un’ong svizzera, era stato arrestato il giorno prima con l’accusa di aver raccolto informazioni sull’esercito russo.
L’udienza per la conferma della detenzione è prevista il 7 giugno presso un tribunale di Mosca.
Al momento Vinatier è indagato per violazione della legge sugli “agenti stranieri”, usata dalle autorità per reprimere il dissenso.
Ma il fatto che il Comitato d’inchiesta abbia citato “la raccolta mirata d’informazioni sulle attività militari della Russia” lascia presagire accuse più pesanti.
Il datore di lavoro di Vinatier, l’ong svizzera Centro per il dialogo umanitario, ha chiesto il 6 giugno il suo immediato rilascio.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiarito che Vinatier non lavorava per lo stato. “Ma ovviamente gli daremo tutta l’assistenza necessaria”, ha aggiunto.
Il caso arriva in un contesto di forti tensioni, legate alla guerra in Ucraina, tra la Russia e la Francia e tra la Russia e la Svizzera.
Parigi sta cercando di convincere i suoi alleati a inviare istruttori militari in Ucraina per addestrare i soldati ucraini. Di recente Macron ha anche ipotizzato l’invio di truppe, suscitando l’ira del Cremlino.
Inoltre, il 5 giugno un russoucraino accusato di pianificare azioni violente è stato arrestato in Francia.
Scambi di prigionieri
Di recente la Russia ha invece accusato la Svizzera di aver rinunciato alla sua tradizionale neutralità, riferendosi alla decisione di adottare le sanzioni europee e a quella di ospitare tra il 15 e il 16 giugno una conferenza di pace sull’Ucraina da cui Mosca è stata esclusa.
La Russia è spesso accusata di arrestare con dei pretesti cittadini stranieri, in particolare statunitensi, in vista di futuri scambi di prigionieri.