Il 24 giugno il Cremlino ha minacciato rappresaglie contro gli Stati Uniti dopo la morte di due bambini russi in un attacco ucraino in Crimea condotto, secondo Mosca, usando missili statunitensi.

La Russia sostiene che Washington sia ormai direttamente coinvolta nel conflitto, avendo permesso a Kiev di usare missili a lunga gittata contro le regioni russe e la Crimea, penisola ucraina annessa da Mosca nel 2014.

“Com’è ovvio, il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto, che si traduce nella morte di cittadini russi, avrà delle conseguenze”, ha affermato Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, invitando i giornalisti a chiedere all’Europa e agli Stati Uniti “perché i loro governi stanno uccidendo i bambini russi”.

Secondo Mosca, gli attacchi con missili Atacms, come quello condotto il 23 giugno in Crimea, richiedono tecnologie e dati messi a disposizione dai servizi di sicurezza di Washington.

Di recente gli Stati Uniti e alcuni paesi europei hanno autorizzato Kiev a usare armi occidentali per colpire obiettivi militari in territorio russo.

Il 5 giugno il presidente russo Vladimir Putin aveva minacciato di fornire armi a paesi terzi interessati a colpire gli interessi occidentali, se i paesi della Nato avessero autorizzato l’Ucraina a colpire la Russia con i loro missili a lunga gittata.

Secondo l’esercito russo, il 23 giugno le forze armate ucraine hanno lanciato cinque missili Atacms verso la Crimea. Di questi, quattro sono stati intercettati e distrutti vicino a Sebastopoli, città portuale che ospita la flotta russa del Mar Nero.

Le autorità della Crimea hanno affermato che almeno quattro persone, tra cui due bambini, sono morte e più di 150 sono rimaste ferite.

Il 24 giugno il ministero degli esteri russo ha convocato l’ambasciatrice statunitense Lynne Tracy per avvertirla che Mosca “metterà in atto misure di ritorsione”.

Attacchi con gas lacrimogeni

L’Ucraina è sottoposta quotidianamente ai bombardamenti russi, che hanno devastato tra le altre cose le sue infrastrutture energetiche, causando frequenti interruzioni di elettricità.

La mattina del 24 giugno un missile russo ha colpito un magazzino a Odessa, città ucraina sul mar Nero, ferendo tre persone.

Lo stesso giorno lo stato maggiore ucraino ha accusato la Russia di aver intensificato gli attacchi con i gas lacrimogeni, in violazione della Convenzione sulle armi chimiche (Cac).