Il 15 luglio nove milioni di ruandesi sono chiamati alle urne per le elezioni presidenziali e legislative, che vedono favoriti il presidente Paul Kagame, in carica dal 2000, e il suo partito, il Fronte patriottico ruandese (Fpr).
Lo spoglio comincerà subito dopo la chiusura delle urne e i risultati parziali saranno comunicati in più fasi nei prossimi giorni, fino a un annuncio finale provvisorio il 20 luglio e uno definitivo il 27 luglio, ha dichiarato all’Afp una fonte della commissione elettorale.
Non sono previste sorprese. I candidati alle presidenziali sono gli stessi tre del 2017, quando Kagame vinse con il 98,79 per cento dei voti, precedendo l’indipendente Philippe Mpayimana (0,73 per cento) e il leader dell’unico partito d’opposizione autorizzato a partecipare, Frank Habineza (0,48 per cento).
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Kagame, 66 anni, guida di fatto il paese dal luglio 1994, quando da leader di un movimento ribelle rovesciò il governo estremista hutu responsabile del genocidio che, secondo le Nazioni Unite, causò circa 800mila vittime tra tutsi e hutu moderati.
Nominato presidente nel 2000 dopo le dimissioni di Pasteur Bizimungu, è stato confermato per tre volte a suffragio universale (nel 2003 con il 95,05 per cento dei voti, nel 2010 con il 93,08 per cento e nel 2017).
La maggior parte dei ruandesi gli attribuisce il merito di aver risollevato il paese dal genocidio e di aver garantito una forte crescita economica (tra il 2012 e il 2022 il pil è aumentato in media del 7,2 per cento annuo), accompagnata dallo sviluppo delle infrastrutture, tra cui strade e ospedali, e da passi avanti nel campo dell’istruzione.
Tuttavia, Kagame è anche accusato di aver represso qualunque forma di dissenso.
La commissione elettorale ha invalidato la candidatura dell’oppositrice Diane Rwigara, sostenendo che non avesse i documenti in regola. Rwigara era già stata esclusa dalle presidenziali del 2017.
Anche ad altri due esponenti dell’opposizione, Victoire Ingabire e Bernard Ntaganda, è stato impedito di candidarsi alle presidenziali a causa di precedenti condanne.
L’ong Amnesty international ha denunciato in un comunicato “gravi violazioni dei diritti dell’opposizione”, nonché “minacce, detenzioni arbitrarie, accuse inventate, omicidi e sparizioni forzate”.
Per la prima volta le elezioni presidenziali si svolgono contemporaneamente alle legislative. Complessivamente 589 candidati sono in lizza per gli ottanta seggi della camera dei deputati. Di questi, ventisette sono riservati a donne, giovani e disabili.