In Ruanda alcune persone vicine al Fronte patriottico ruandese (Fpr) del presidente Paul Kagame, al potere dal 2000, hanno organizzato una sofisticata campagna di influenza digitale. Lo rivela il rapporto “Old despots, new tricks” (Vecchi despoti, nuovi trucchetti), pubblicato il 20 giugno 2024 dal Media forensics hub della Clemson university, negli Stati Uniti.
Lo studio ha individuato una rete di almeno 464 account su X, che a partire dal gennaio 2024 hanno pubblicato più di 650mila messaggi soprattutto per promuovere storie che mettono in buona luce Paul Kagame e l’Fpr, mentre attaccano le voci critiche verso il potere e manipolano le discussioni su temi importanti come il conflitto nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc). I messaggi celebrano anche i successi del governo e gli eventi sportivi e turistici promossi dal Ruanda.
Questa campagna fa ampio uso di strumenti avanzati d’intelligenza artificiale (ia), tra cui modelli linguistici di grandi dimensioni come ChatGpt e software per generare immagini. Riesce così a produrre rapidamente una grande quantità e varietà di contenuti, inondando i social media di messaggi filogovernativi per schiacciare il dissenso.
Pubbliche relazioni
Il rapporto sottolinea la capacità di repressione digitale del Ruanda, che mira ad arginare le critiche e a rafforzare il potere. Questi nuovi strumenti si aggiungono a un sistema fondato sulla propaganda di stato e sulla persecuzione dei dissidenti, capace di spingersi fino agli omicidi mirati.
Nonostante ciò il Ruanda continua a godere di una buona reputazione a livello internazionale per i suoi successi economici, per il fatto che partecipa a missioni militari in altre parti dell’Africa e ha dimostrato la sua disponibilità a collaborare con altri paesi, come per esempio quando si è offerto di accogliere i richiedenti asilo che il Regno Unito voleva deportare.
Per gestire la sua reputazione, Kigali lavora con agenzie di pubbliche relazioni in tutto il mondo, che promuovono eventi culturali e collaborazioni sportive con la Basketball Africa league (Bal) dell’Nba, o con squadre di calcio come l’Arsenal, il Bayern Monaco e il Paris Saint-Germain. Questi accordi contribuiscono ad alimentare la credibilità di Kigali, facendo passare strategicamente sotto silenzio i metodi autoritari del regime.
Nel maggio 2024 i giornalisti del collettivo Forbidden stories hanno descritto nell’inchiesta “Rwanda classified” l’uso che il Ruanda fa dei profili social coordinati per diffondere propaganda e minacce. Il rapporto della Clemson university è partito da lì per esaminare nei dettagli le tattiche, le tecniche e le procedure impiegate. Per esempio, ha scoperto che la rete filogovernativa è attiva dall’inizio del 2024, ma alcuni profili sono stati creati in precedenza. Da questi account sono stati pubblicati messaggi favorevoli a Kagame e all’Fpr, e che prendono di mira i presunti “nemici dello stato”. Si rivolgono sia agli utenti africani sia ai mezzi d’informazione internazionali.
Il rapporto sottolinea la natura in continua evoluzione di queste operazioni, soprattutto quando prevedono l’uso di strumenti avanzati come l’ia. Gli autori dello studio sollecitano perciò una collaborazione tra le piattaforme social come X e la politica per contrastare l’abuso dell’intelligenza artificiale nei regimi autoritari. ◆ fdl
◆ In Ruanda Paul Kagame, presidente dal 2000, si prepara a essere rieletto il 15 luglio per un nuovo mandato. Nel 2017 aveva vinto con il 99 per cento dei voti. Gli sfidanti di Kagame quest’anno sono due: Frank Habineza, del Partito verde democratico, e Philippe Mpayimana, candidato indipendente. Altre importanti figure dell’opposizione come Victoire Ingabire, Bernard Ntaganda e Diane Rwigara sono state escluse dalla corsa. Per la prima volta, insieme alle presidenziali, si svolgeranno le elezioni legislative, in cui cinquecento candidati concorreranno per aggiudicarsi gli ottanta seggi del parlamento. Africanews, Rfi
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1571 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati