Il leader di Hamas Ismail Haniyeh, assassinato il 31 luglio in Iran dopo un attacco attribuito a Israele, sarà sepolto il 2 agosto in Qatar, dove viveva in esilio, mentre l’Iran e i suoi alleati preparano la loro reazione all’attacco.

Dopo un funerale ufficiale, caratterizzato da appelli alla vendetta, che ha riunito migliaia di persone a Teheran il primo agosto, si terrà una cerimonia di preghiera nella moschea dell’imam Mohammad ben Abdel Wahhab, la più grande della capitale, Doha.

Hamas ha indetto una “giornata di rabbia”, in occasione dei funerali del suo leader politico e ha chiesto “marce di rabbia da ogni moschea” dopo la preghiera del venerdì.

Ismail Haniyeh, secondo il movimento islamista palestinese, sarà sepolto in un cimitero di Lusail, a nord della capitale del Qatar, con “la partecipazione popolare (…) e quella dei leader arabi e islamici”. La Turchia ha dichiarato una giornata di lutto nazionale.

Ismail Haniyeh, 61 anni, è stato ucciso il 31 luglio da un “proiettile aereo”, in una delle residenze riservate ai veterani nel nord di Teheran, dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del presidente iraniano Massoud Pezeshkian.

Iran, Hamas e gli Hezbollah libanesi hanno accusato Israele dell’assassinio. Ma secondo l’esercito israeliano, l’unico attacco effettuato quella notte in Medio Oriente è stato quello che ha ucciso Fouad Chokr, capo militare di Hezbollah, nella periferia meridionale di Beirut.

Il New York Times, citando cinque funzionari mediorientali che hanno parlato a condizione di anonimato, ha affermato che Ismail Haniyeh è stato ucciso da una bomba nascosta da circa due mesi nella residenza in cui risiedeva, protetta dalle guardie rivoluzionarie e parte di un vasto complesso situato in un quartiere di lusso nel nord di Teheran.

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“Israele non sa quali linee rosse ha oltrepassato”, ha dichiarato il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ai funerali di Fouad Chokr il primo agosto, minacciando Israele di una “risposta ineluttabile”. In serata il movimento ha annunciato di aver lanciato decine di razzi contro il nord di Israele.

Hezbollah, alleato di Hamas sostenuto dall’Iran, ha scambiato fuoco quasi quotidianamente con l’esercito israeliano lungo il confine israelolibanese dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza.

Gli attacchi a Teheran e Beirut hanno riacceso il timore che la guerra si estenda a tutto il Medio Oriente, tra Israele da un lato e l’Iran e i gruppi che sostiene in Libano, Siria, Iraq e Yemen dall’altro. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele è a un “livello molto alto” di preparazione per qualsiasi scenario, “sia difensivo sia offensivo”.

In una conversazione telefonica con Netanyahu, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha “riaffermato il suo impegno per la sicurezza di Israele contro tutte le minacce provenienti dall’Iran, compresi i gruppi terroristici che agiscono per procura come Hamas, Hezbollah e gli Huthi” in Yemen, ha dichiarato la presidenza degli Stati Uniti.

Il primo agosto migliaia di persone in lutto che portavano ritratti di Ismail Haniyeh hanno partecipato al suo funerale a Teheran, caratterizzato da appelli alla vendetta.

La guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che aveva minacciato Israele di “punizioni severe”, ha recitato la preghiera per i morti davanti alle bare di Ismail Haniyeh e della sua guardia del corpo, coperte dalla bandiera palestinese.

I ribelli Houthi, che sono alleati di Hamas, hanno promesso una “risposta militare” alla “pericolosa escalation” che ritengono provocata da Israele.

Secondo il New York Times, che cita tre funzionari iraniani non identificati, l’ayatollah Khamenei, durante una riunione d’emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, ha ordinato un attacco diretto contro Israele in risposta all’assassinio di Ismail Haniyeh.

Il Qatar ospita l’ufficio politico di Hamas con l’accordo degli Stati Uniti a partire dal 2012, dopo che il movimento palestinese ha chiuso il suo ufficio a Damasco, in Siria.

Ismail Haniyeh ha svolto un ruolo chiave nei negoziati per una possibile tregua a Gaza, in collegamento con i mediatori del Qatar che hanno messo in dubbio la continuazione di questa mediazione dopo il suo assassinio. La comunità internazionale ha invitato alla calma e a lavorare per un cessate il fuoco a Gaza.

Secondo diversi analisti, la risposta dell’Iran e dei suoi alleati dovrebbe rimanere misurata, con l’obiettivo di evitare un’escalation. “L’Iran e Hezbollah non vorranno fare il gioco di Netanyahu e dargli l’esca o i pretesti di cui ha bisogno per trascinare gli Stati Uniti in una guerra”, ha dichiarato l’analista Amal Saad, esperto del gruppo libanese Hezbollah.