Le forze armate venezuelane hanno respinto le richieste di sostegno dell’opposizione definendole “disperate e sediziose” e ribadendo “l’assoluta lealtà” al presidente Nicolás Maduro.

“Respingiamo con fermezza le proposte disperate e sediziose” che “cercano di minare la nostra unità”, ha dichiarato in un comunicato il ministro della difesa, il generale Vladimir Padrino, ribadendo la sua “assoluta fedeltà al cittadino Nicolás Maduro Moros (…), legittimamente rieletto dal popolo”.

All’indomani delle elezioni presidenziali del 28 luglio, il generale Vladimir Padrino aveva già assicurato a nome dell’esercito “l’assoluta fedeltà” al presidente Maduro.

Il 5 agosto l’opposizione, che rivendica la vittoria alle elezioni, ha invitato l’esercito a “schierarsi con il popolo” nella crisi politica del paese. Nicolás Maduro è stato dichiarato vincitore dal Consiglio nazionale elettorale (Cne), ma l’opposizione contesta il risultato e lo accusa di brogli.

“Ci appelliamo alla coscienza dei militari e della polizia affinché si schierino dalla parte del popolo e delle loro famiglie”, ha scritto la leader dell’opposizione María Corina Machado, che ha denunciato una “campagna di terrore” nel paese. La dichiarazione è stata sottoscritta dal candidato alle presidenziali Edmundo González Urrutia, che secondo l’opposizione sarebbe il legittimo vincitore delle elezioni.

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La procura venezuelana ha reagito immediatamente alla dichiarazione, aprendo un’indagine penale contro i due leader per “usurpazione di ufficio, diffusione di false informazioni, incitamento alla disobbedienza, incitamento all’insurrezione e associazione a delinquere”.

Il 2 agosto il Consiglio nazionale elettorale (Cne) ha ratificato la vittoria di Maduro con il 52 per cento dei voti. Tuttavia, secondo l’opposizione, González Urrutia ha vinto le elezioni con il 67 per cento dei voti.

I disordini che hanno seguito la proclamazione della vittoria del presidente in carica hanno provocato 24 morti dal 28 luglio, secondo il bilancio aggiornato delle vittime pubblicato da organizzazioni per i diritti umani, tra cui la divisione per le Americhe di Human rights watch (Hrw).

Da parte sua, Maduro ha annunciato la morte di due membri della guardia nazionale e l’arresto di oltre duemila persone, promettendo di continuare la repressione di quello che ha definito un tentativo di “golpe imperialista”.

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