L’11 agosto l’opposizione venezuelana ha chiesto di protestare il 17 agosto in tutti i paesi del mondo per sostenere le contestazioni in corso da settimane nel paese per i risultati elettorali, che assegnano la vittoria a Nicolás Maduro.
“Questo sabato, 17 agosto, scenderemo nelle strade del Venezuela e del mondo… gridiamo insieme affinché il mondo sostenga la nostra vittoria e riconosca la verità e la sovranità popolare”, ha dichiarato la leader dell’opposizione María Corina Machado in un video diffuso sui social media.
Il candidato dell’opposizione Edmundo González Urrutia ha dichiarato: “Abbiamo vinto, il Venezuela ha vinto. Ci vediamo il 17”.
Entrambi i leader sono in clandestinità da oltre una settimana, con Machado che ha recentemente dichiarato di temere per la propria vita, così come molti altri esponenti dell’opposizione venezuelana.
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Le autorità hanno dichiarato Maduro vincitore alle elezioni del 28 luglio con il 52 per cento dei consensi, ma non hanno ancora pubblicato i dettagli dei risultati.
L’opposizione, invece, ha pubblicato un’ampia serie di dati, la cui legittimità è stata negata da Maduro, ma è sostenuta dagli Stati Uniti e da diversi paesi dell’America Latina.
I risultati mostrano che González Urrutia ha ottenuto il 67 per cento dei voti, in linea con i sondaggi preelettorali.
“Questo messaggio è per voi, che non vi riconoscete nel Venezuela di oggi, che siete stanchi di avere la vostra famiglia all’estero, che avete votato e volete che ciò che avete deciso il 28 luglio sia rispettato”, ha detto Machado su X. “Ci vediamo sabato 17 alla grande protesta mondiale per la verità”, ha aggiunto.
Le elezioni hanno scatenato proteste che, secondo le organizzazioni che difendono i diritti umani, hanno causato almeno 24 morti e più di duemila arresti.
González Urrutia ha chiesto a Maduro di porre fine alla “violenza e alla persecuzione”. “Chiedere il rispetto della nostra costituzione non è un reato, manifestare pacificamente per sostenere la volontà di milioni di venezuelani non è un reato”, ha aggiunto l’ex diplomatico.