La Francia ha aperto un’indagine per cyberbullismo in seguito alla denuncia della campionessa olimpica di pugilato algerina Imane Khelif, che è stata al centro di una pesante controversia ai giochi olimpici di Parigi.

Sulla questione sono intervenuti anche diversi politici e celebrità come Donald Trump ed Elon Musk. L’indagine è stata aperta per “molestie informatiche” in seguito alla polemica sul genere di Khelif.

L’avvocato dell’atleta, Nabil Boudi, ha dichiarato la scorsa settimana che Khelif, 25 anni, ha presentato una denuncia per molestie, definendola una “lotta per la giustizia”.

“L’indagine determinerà chi c’era dietro questa campagna misogina, razzista e sessista, ma dovrà anche occuparsi di coloro che hanno alimentato il linciaggio online”, ha dichiarato l’avvocato. L’ufficio centrale per la lotta contro i crimini contro l’umanità e i crimini di odio è stato incaricato delle indagini.

Secondo la rivista statunitense Variety, l’imprenditore miliardario Musk e l’autrice di Harry Potter JK Rowling sono stati citati nella denuncia presentata da Khelif. Anche l’ex presidente degli Stati Uniti Trump, candidato del partito repubblicano alle presidenziali del 2024, farebbe parte dell’indagine, secondo quanto riportato da Variety.

Khelif ha vinto la finale di boxe alle Olimpiadi nella categoria dei 66 chili femminili contro la cinese Yang Liu, dopo essere stata al centro di una grave polemica.

Insieme alla taiwanese Lin Yu-ting, che ha vinto la finale femminile dei 57 chili, Khelif è stata squalificata dai campionati mondiali dello scorso anno dopo aver fallito i test di idoneità di genere. Tuttavia le due pugili sono state autorizzate a gareggiare a Parigi dal Comitato olimpico internazionale (Cio).

Il presidente russo dell’International boxing association (Iba) e oligarca legato al Cremlino, Umar Kremlev, ha preso di mira entrambe le atlete, sostenendo che Khelif e Lin sono state sottoposte a “test genetici che dimostrano che sono uomini”.

L’Iba era responsabile dei campionati mondiali del 2023 da cui Lin e Khelif sono state squalificate, ma il Cio le ha autorizzate a partecipare alle gare di Parigi. Khelif ha detto di essere “una donna come tutte le altre”. “Sono nata donna, ho vissuto donna e ho gareggiato come donna”, ha dichiarato ai giornalisti a proposito della sua idoneità a partecipare alla gara.

Alla domanda se il Comitato olimpico internazionale fosse disposto a prendere in considerazione la possibilità di rivedere la questione del genere, il presidente Thomas Bach ha dichiarato: “Se qualcuno ci presenta un sistema scientificamente solido per identificare uomini e donne, saremo i primi ad adottarlo”.

“Ma non è possibile che qualcuno dica che questa non è una donna solo cadendo preda di una campagna di diffamazione da parte di un’organizzazione non credibile con interessi politici”, ha aggiunto Bach.