L’Avana, la capitale cubana, durante un blackout dell’elettricità, il 21 ottobre 2024. (Yamil Lage, Afp)

Il 21 ottobre è tornata l’elettricità a Cuba, quattro giorni dopo il gigantesco blackout che ha messo alla prova la pazienza dei cubani e ha spinto il capo dello stato a mettere in guardia contro qualsiasi protesta.

“Al momento ci sono 172 circuiti in servizio, che rappresentano 317 megawatt”, ha detto la società elettrica dell’Avana, citata dal portale ufficiale di notizie Cubadebate, aggiungendo che rappresentano “circa il 50 per cento dei clienti” della capitale cubana.

I dieci milioni di abitanti dell’isola hanno trascorso la terza notte senza elettricità a causa di un guasto avvenuto il 18 ottobre nella principale centrale termoelettrica del paese, che ha bloccato completamente la rete.

Iscriviti a
Sudamericana
Cosa succede in America Latina. A cura di Camilla Desideri. Ogni due settimane, il venerdì.
Iscriviti
Iscriviti a
Sudamericana
Cosa succede in America Latina. A cura di Camilla Desideri. Ogni due settimane, il venerdì.
Iscriviti

Il presidente Miguel Díaz-Canel ha riconosciuto che la situazione del sistema elettrico resta “complessa” e segnata da una forte “instabilità”. In precedenza, il governo aveva dichiarato di sperare di ripristinare l’elettricità entro la sera del 21 ottobre.

Díaz-Canel ha inoltre avvertito che il suo governo non tollererà disordini e proteste, dato che i residenti sono scesi in piazza durante il fine settimana per manifestare il loro malcontento.

Decine di persone, tra cui donne con bambini in braccio, sono uscite con pentole e padelle nel quartiere di Santo Suárez all’Avana gridando: “Accendi la luce”. Tutti i responsabili dei disordini saranno perseguiti “con la severità prevista dalle leggi rivoluzionarie”, ha insistito il capo dello stato, vestito con un’uniforme militare. Díaz-Canel ha affermato, inoltre, che molte di queste persone agivano “sotto la direzione degli agenti della controrivoluzione cubana provenienti dall’estero”.

Le interruzioni di corrente sono state uno dei fattori che hanno scatenato le enormi proteste dell’11 luglio 2021.