Yamandú Orsi, un insegnante di storia di sinistra, ha ottenuto il 43,9 per cento dei voti nel primo turno delle elezioni presidenziali del 27 ottobre, e nel ballottaggio del 24 novembre sfiderà Álvaro Delgado, un veterinario di centrodestra.

Orsi, 57 anni, considerato il delfino dell’ex presidente José “Pepe” Mujica (2010-2015), era il favorito del voto.

Delgado, 55 anni, candidato del Partito nazionale, la formazione di centrodestra al potere, ha ottenuto il 26,7 per cento dei voti, secondo i risultati quasi definitivi.

“Siamo vicini alla vittoria”, ha affermato Orsi, del Frente amplio, una coalizione di sinistra.

Mujica, un ex guerrigliero di 89 anni affetto da un cancro all’esofago, ha espresso il suo voto di primo mattino. “Potrebbe essere l’ultima volta”, ha dichiarato.

Orsi e Delgado hanno preceduto altri nove candidati in corsa per prendere il posto dell’attuale presidente Luis Lacalle Pou, che ha un indice di popolarità del 50 per cento e ha promesso una transizione ordinata.

In base alla costituzione, Lacalle Pou non poteva candidarsi a un secondo mandato consecutivo di cinque anni.

Referendum respinti

La campagna elettorale è stata dominata dal tema della sicurezza. Nonostante un alto reddito pro capite e disuguaglianze meno marcate rispetto al resto del Sudamerica, negli ultimi anni si sono intensificate nel paese le violenze legate al traffico di droga.

Il 27 ottobre si sono tenute anche le elezioni legislative e due referendum, entrambi respinti.

Il primo, presentato dalla centrale sindacale Pit-Cnt e osteggiato sia da Orsi sia da Delgado, proponeva di abbassare l’età minima della pensione da 65 a 60 anni e di vietare i regimi pensionistici privati.

Il secondo proponeva di autorizzare le perquisizioni domiciliari notturne.

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