I metodi di guerra impiegati da Israele nella Striscia di Gaza “hanno le caratteristiche di un genocidio”, ha affermato il 14 novembre un comitato speciale delle Nazioni Unite.

In un rapporto che sarà presentato il 18 novembre all’assemblea generale delle Nazioni Unite, il comitato sottolinea “l’enorme numero di vittime civili” e afferma che “le condizioni imposte ai palestinesi sul campo li mettono intenzionalmente in pericolo di vita”.

Creato nel 1968 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite, il comitato ha il compito d’indagare sulle pratiche israeliane che hanno conseguenze sul rispetto dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati.

Per il suo nuovo rapporto il comitato ha esaminato il periodo che va dall’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre 2023 al luglio 2024.

“Attraverso l’assedio a Gaza, gli ostacoli agli aiuti umanitari, le uccisioni di civili e operatori umanitari, e ignorando i ripetuti appelli delle Nazioni Unite, gli ordini della Corte internazionale di giustizia e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, Israele sta intenzionalmente causando morte, fame e lesioni gravi”, ha affermato il comitato in un comunicato.

“Israele sta usando la fame come strumento di guerra e infliggendo una punizione collettiva alla popolazione palestinese”, ha aggiunto.

Il rapporto afferma che la massiccia campagna di bombardamenti a Gaza ha distrutto infrastrutture essenziali e causato un disastro ambientale che avrà effetti duraturi sulla salute.

Tra l’ottobre 2023 e il febbraio 2024 l’esercito isreliano ha usato più di 25mila tonnellate di esplosivi nella Striscia di Gaza, “l’equivalente di due bombe nucleari”, sottolinea il rapporto.

“Distruggendo sistemi vitali di approvvigionamento idrico, igienico-sanitari e alimentari, e contaminando l’ambiente, Israele ha inflitto danni letali che si faranno sentire per decenni”, ha affermato il comitato.

Secondo il comitato, l’enorme bilancio delle vittime civili nella Striscia di Gaza solleva serie preoccupazioni sull’uso da parte d’Israele di sistemi di puntamento potenziati dall’intelligenza artificiale.

“L’uso da parte dell’esercito israeliano di sistemi di puntamento potenziati dall’intelligenza artificiale, con una minima supervisione umana, combinato all’uso di bombe ad alto potenziale, è un chiaro segnale del mancato rispetto da parte d’Israele dell’obbligo di distinguere tra combattenti e civili, e di adottare misure di protezione adeguate per questi ultimi”, si legge nel rapporto.

Il comitato ha espresso preoccupazione anche per le notizie di nuove direttive che abbassano i criteri di selezione dei bersagli umani, permettendo all’esercito di usare l’intelligenza artificiale “per generare rapidamente decine di migliaia di bersagli, nonché per seguirli fino alle loro case, anche di notte, quando sono riuniti ai loro familiari”.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 43.736 persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato almeno 1.206 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.