Il 25 novembre la procura di Avignone ha chiesto vent’anni di prigione, il massimo della pena, per Dominique Pelicot, accusato di aver somministrato alla moglie dosi massicce di ansiolitici per quasi un decennio allo scopo di farla stuprare da decine di sconosciuti reclutati su internet. Cinquanta di loro sono imputati nello stesso processo.
“Chiedo che Dominique Pelicot sia riconosciuto colpevole di tutti gli atti di cui è accusato”, ha affermato la viceprocuratrice Laure Chabaud.
“Vent’anni sono tanti, perché si tratta di vent’anni di vita, quale che sia l’età dell’imputato, ma sono anche pochi in considerazione della gravità degli atti commessi”, ha dichiarato Chabaud.
Riferendosi all’imputato principale del processo, la viceprocuratrice ha descritto una “personalità perversa, che perseguiva il piacere personale attraverso la sottomissione e l’umiliazione della moglie”.
Pelicot, 71 anni, che ha ammesso le sue responsabilità, definendosi lui stesso uno stupratore, è apparso visibilmente turbato alla lettura della richiesta della procura.
Per quanto riguarda Caroline, la figlia dei coniugi Pelicot, convinta di essere stata anche lei vittima di uno stupro o di una violenza sessuale, Chabaud ha affermato che “al momento non sono emerse prove che consentano di tradurre la sua sofferenza in iniziative legali”.
Presentando la tesi dell’accusa la mattina del 25 novembre, il procuratore aggiunto Jean-François Mayet ha dichiarato che “la posta in gioco non è tanto una condanna o un’assoluzione quanto un cambiamento fondamentale nelle relazioni tra uomini e donne”.
Mayot ha sottolineato “la natura straordinaria di questo processo, in considerazione della gravità inimmaginabile delle accuse rivolte a ben 51 uomini”.
Per pura coincidenza, la procura ha presentato la sua richiesta di pena in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
La vittima, Gisèle Pelicot, 71 anni, è diventata un’icona del movimento femminista dopo aver rifiutato che il processo si svolgesse a porte chiuse, spiegando che “dev’essere lui a vergognarsi”.
Oltre all’imputato principale sono sotto processo altri cinquanta uomini tra i 26 e i 74 anni accusati di aver abusato della donna, ma non si conoscono ancora le richieste della procura.
La sera del 24 novembre alcuni gruppi femministi hanno esposto uno striscione davanti al tribunale, con una precisa richiesta: “Vent’anni per tutti”.
La sentenza è prevista entro il 20 dicembre.