“Il futuro del pianeta è in gioco”, ha affermato il 2 dicembre un rappresentante di Vanuatu in occasione dell’apertura di uno storico procedimento alla Corte internazionale di giustizia (Cig) dell’Aja, nei Paesi Bassi, per stabilire quali sono gli obblighi degli stati in materia di lotta alla crisi climatica.
I rappresentanti di più di cento paesi e organizzazioni presenteranno le loro osservazioni sulla questione.
“L’esito del procedimento avrà profonde ripercussioni sulle future generazioni, determinando il destino di paesi come il mio e del nostro pianeta”, ha dichiarato Ralph Regenvanu, inviato speciale di Vanuatu, un arcipelago dell’oceano Pacifico minacciato dall’innalzamento del livello del mare.
“Forse è il più importante procedimento giudiziario nella storia dell’umanità”, ha aggiunto.
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Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
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Gli attivisti per la difesa dell’ambiente sperano che il parere dei giudici della Cig, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, produca importanti conseguenze nella lotta contro il cambiamento climatico.
Molti temono però che il parere consultivo e non vincolante richiesto alla Cig avrà effetti limitati.
Le udienze arrivano a pochi giorni dalla firma di un accordo finale alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop29 a Baku, in Azerbaigian, in base al quale i paesi ricchi, che hanno una responsabilità storica per il riscaldamento globale, dovranno fornire a quelli poveri trecento miliardi di dollari all’anno fino al 2035 per finanziare la transizione energetica.
I paesi poveri hanno però definito la cifra “un insulto”, e l’accordo non menziona la necessità di una transizione dai combustibili fossili (a differenza di quello della Cop28).
Nel 2023 l’assemblea generale delle Nazioni Unite aveva adottato una risoluzione in cui sottoponeva alla Cig due quesiti.
Quali obblighi hanno gli stati, in base al diritto internazionale, di contenere le emissioni di gas serra per proteggere la Terra?
Quali sono le conseguenze giuridiche di questi obblighi quando gli stati, “con le loro azioni e omissioni, causano danni significativi al sistema climatico”?
Secondo Joie Chowdhury, un’avvocata del Centre for international environmental law, che ha sede a Washington, negli Stati Uniti, e un ufficio a Ginevra, in Svizzera, “la Cig fornirà un quadro giuridico generale che permetterà di definire questioni specifiche legate al clima sia a livello nazionale sia internazionale”.