◆ Il 25 gennaio 1954 la Bbc mise in onda per la prima volta Sotto il bosco di latte di Dylan Thomas. Fu l’ultimo atto della vita dell’autore, che era morto due mesi prima.La credibilità che aveva tra le persone della sua generazione era tale che il giovane Robert Zimmerman prese il nome di Bob Dylan. Sotto il bosco di latte è una storia di comunità che si svolge nell’arco di ventiquattr’ore in cui non succede niente di particolare, solo l’innestarsi della vita nei corpi e nella natura. Non c’è trama, i personaggi si raccontano o sono raccontati. La comunità è un organismo vivisezionato da qualcuno che lo osserva, e sembra osservare anche noi, dal buco della scrittura. La materia della vita è lattea, magmatica. Un concetto di comunità opposto a quello dell’immunità sperimentata come dettame sanitario tempo fa. Questo concetto, in opposizione all’igienismo individualista imperante, ci ricorda che la vita chiede di sporcarsi mani e piedi. Il 25 gennaio è anche l’anniversario del rapimento di Giulio Regeni. Fiumicello, il suo paese, ogni anno alle 19.40 si accende in una fiaccolata che è la luce visibile di una comunità costruita attorno alla tenacia con cui la famiglia reclama giustizia. In un mondo disorientato, quella fiaccolata è una bussola di orientamento. Per Giulio viene da citare uno dei più fulminanti versi di Dylan Thomas: la palla che hai lanciato al cielo un giorno giocando, da allora non ha più toccato il suolo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1599 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati