Il 3 dicembre il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha proclamato la legge marziale e sospeso il parlamento, giustificando queste misure con la necessità di proteggere il paese dalle “forze comuniste nordcoreane”, ma prendendosela in realtà con l’opposizione interna e citando esplicitamente divergenze sulla legge di bilancio.

“Per proteggere la Corea del Sud dalle minacce poste dalle forze comuniste nordcoreane ed eliminare gli elementi ostili allo stato, proclamo con urgenza la legge marziale”, ha affermato Yoon in un discorso in diretta tv.

“L’opposizione sta paralizzando il paese, senza preoccuparsi del benessere della popolazione”, ha aggiunto il presidente, riferendosi alla legge di bilancio.

L’annuncio di Yoon arriva in un momento in cui è in corso un aspro dibattito all’assemblea nazionale tra il Partito del potere popolare di Yoon e il Partito democratico di Corea, la principale formazione d’opposizione, sulla legge di bilancio per il 2025.

La settimana scorsa i deputati dell’opposizione hanno approvato in commissione un progetto di legge di bilancio significativamente ridotto rispetto a quello presentato dal governo.

Il Partito democratico ha la maggioranza all’assemblea nazionale dopo aver vinto le elezioni legislative dell’aprile 2024.

“L’assemblea nazionale è diventata un covo di criminali”, ha dichiarato Yoon in tv. “Il potere legislativo sta cercando di paralizzare il potere esecutivo e quello giudiziario, rovesciando la nostra democrazia liberale”.

Il presidente ha accusato l’opposizione di aver “tagliato voci di bilancio essenziali per il funzionamento del paese, e soprattutto per la lotta alla criminalità”.

“Accorrete in massa”

Il leader del Partito democratico, Lee Jae-myung, ha definito la legge marziale “illegale” e invitato la popolazione a riunirsi davanti al parlamento per difendere la democrazia.

“L’imposizione della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk-yeol è del tutto illegale”, ha dichiarato Lee, sconfitto di stretta misura nelle presidenziali del 2022. “Accorrete in massa davanti all’assemblea nazionale. Ci sarò anch’io”.

Gli Stati Uniti, uno dei principali alleati della Corea del Sud, hanno fatto sapere che stanno monitorando la situazione.

“Siamo in contatto con il governo della Repubblica di Corea e stiamo monitorando la situazione con grande attenzione”, ha dichiarato un portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale.