Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, che rischia di essere destituito dopo un tentativo fallito d’introdurre la legge marziale, è stato abbandonato il 6 dicembre dal suo stesso partito, che ha chiesto la sua “rapida sospensione”, aggiungendo che “costituisce un grande pericolo per il paese”.
Han Dong-hoon, leader del Partito del potere popolare (Ppp), ha cambiato idea dopo che il giorno prima aveva affermato che il suo partito avrebbe respinto una mozione per la destituzione di Yoon presentata da sei partiti d’opposizione, tra cui il Partito democratico di Corea (centrosinistra).
“Se Yoon resterà al suo posto c’è il rischio che possa ripetere atti estremi come la proclamazione della legge marziale, che potrebbero mettere in pericolo il paese e i cittadini”, ha dichiarato in un discorso in tv.
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Han ha anche detto di avere le prove che la sera del 3 dicembre, quando ha proclamato la legge marziale e schierato l’esercito davanti all’assemblea nazionale, Yoon ha anche ordinato l’arresto di alcuni leader politici.
Secondo il deputato d’opposizione Jo Seung-lae, le immagini delle videocamere di sorveglianza mostrano che i militari hanno cercato di arrestare il leader del Partito democratico Lee Jae-myung, il presidente dell’assemblea nazionale Woo Won-shik e lo stesso Han.
Il presidente aveva poi dovuto revocare la legge marziale qualche ora dopo su pressione delle forze politiche e di migliaia di manifestanti.
Se Yoon non dovesse dimettersi prima, l’assemblea nazionale si riunirà alle 19 del 7 dicembre per mettere ai voti una mozione per la sua destituzione, che per essere adottata dovrà avere il sostegno di almeno due terzi dei deputati.
L’opposizione dispone di 192 seggi sui trecento dell’assemblea nazionale, dopo aver vinto le elezioni legislative dell’aprile scorso, mentre il Ppp ne ha 108.
Servirà quindi il sostegno di almeno otto deputati del Ppp, cosa che appare altamente probabile dopo le dichiarazioni di Han.
In caso di approvazione della mozione, Yoon sarà sospeso dall’incarico in attesa della conferma da parte della corte costituzionale. Se questa darà il via libera, la destituzione diventerà ufficiale e nuove elezioni presidenziali saranno indette entro sessanta giorni.
Dopo la sospensione il primo ministro Han Duck-soo assumerebbe l’incarico di presidente ad interim.
Yoon, che non è più apparso in pubblico dopo l’ultimo discorso in tv in cui annunciava la revoca della legge marziale, è anche sotto inchiesta per “ribellione”.
Il 7 dicembre è anche prevista a Seoul una grande manifestazione per chiedere la destituzione del presidente.
Secondo un sondaggio pubblicato il 6 dicembre, il tasso di popolarità di Yoon è sceso al 13 per cento.
In un contesto di forti tensioni tra governo e opposizione sulla legge di bilancio, il presidente aveva giustificato la legge marziale con la necessità di “eliminare gli elementi ostili allo stato” e “proteggere il paese dalle minacce poste dalle forze comuniste nordcoreane”.