Almeno 37 persone, tra cui cinque civili, sono morte il 9 gennaio nei combattimenti tra le forze a maggioranza curda e le milizie filoturche nel nord della Siria, ha affermato l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani.
L’ong ha riferito di “feroci combattimenti nei dintorni di Manbij tra le Forze democratiche siriane (Fds), a maggioranza curda, e le milizie filoturche dell’Esercito nazionale, sostenute dall’aviazione turca”.
Secondo l’ong, che ha sede nel Regno Unito, ma dispone di una vasta rete di informatori in Siria, “il bilancio provvisorio è di 37 morti, in maggioranza miliziani filoturchi”, ma tra le vittime ci sono anche sei combattenti delle Fds e cinque civili.
Almeno 322 persone sono morte nei combattimenti nella regione di Manbij a partire da dicembre, quando una coalizione ribelle ha assunto il controllo di Damasco e deposto il regime di Bashar al Assad.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Le Fds sono alleate dell’occidente nella lotta contro il gruppo jihadista Stato islamico.
Dopo lo scoppio della guerra civile in Siria, nel 2011, avevano approfittato del ritiro delle forze governative per assumere il controllo di vaste aree nel nord e nel nordest del paese.
La Turchia accusa le Unità di protezione popolare (Ypg), la componente curda maggioritaria delle Fds, di avere legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), un gruppo separatista attivo in territorio turco.
L’8 gennaio Mazloum Abdi, il capo delle Fds, ha affermato di aver chiesto alle nuove autorità di Damasco d’intervenire per favorire un cessate il fuoco.
A dicembre Manbij, controllata per anni dalle forze curde, era finita nelle mani delle milizie filoturche.
“Gli Stati Uniti sono impegnati a rispondere alle legittime preoccupazioni di sicurezza della Turchia prevenendo al tempo stesso un’offensiva di Ankara contro i combattenti curdi in Siria”, ha dichiarato l’8 gennaio il segretario di stato statunitense Antony Blinken.