Il Libano ha annunciato il 18 febbraio di essere in contatto con Washington e Parigi per ottenere il ritiro completo dell’esercito israeliano dal sud del paese, come previsto dall’accordo di tregua, sostenendo che la permanenza dei soldati in cinque postazioni strategiche costituisce “un’occupazione”.

Intanto, gli abitanti hanno cominciato a tornare nei loro villaggi, molti dei quali devastati dalla guerra, dopo che il 18 febbraio Israele ha completato il ritiro della maggior parte delle truppe.

La difesa civile libanese ha affermato di aver scoperto ventitré corpi nelle località vicine al confine dopo il ritiro israeliano.

L’accordo, entrato in vigore il 27 novembre, prevedeva una tregua di sessanta giorni, successivamente prorogata al 18 febbraio, durante la quale l’esercito israeliano e il gruppo Hezbollah dovevano ritirarsi dal sud del Libano per fare posto all’esercito libanese.

Il 18 febbraio l’esercito libanese ha riferito di essersi schierato in una decina di villaggi al confine dopo il ritiro israeliano.

“L’esercito israeliano si è ritirato dal sud del Libano con l’eccezione di cinque punti”, ha dichiarato all’Afp una fonte della sicurezza libanese.

Il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha confermato la permanenza dei soldati in cinque postazioni definite “strategiche”.

La decisione era stata preannunciata il 17 febbraio da Nadav Shoshani, un portavoce dell’esercito israeliano. “Considerando la situazione attuale, abbiamo deciso di mantenere temporaneamente un numero limitato di soldati in cinque punti strategici vicino al confine, in modo da poter continuare a difendere il nostro popolo da possibili minacce”, aveva dichiarato.

Le Nazioni Unite hanno avvertito il 18 febbraio che qualsiasi ritardo nel ritiro israeliano costituisce una violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza, che ha messo fine alla precedente guerra tra Israele e Hezbollah nel 2006 e sulla quale si basa l’attuale accordo di tregua.

Il Libano, che ha denunciato “un’occupazione”, ha affermato che sottoporrà la questione al Consiglio di sicurezza per “costringere Israele a completare immediatamente il ritiro”, aggiungendo che l’esercito libanese è pronto a svolgere il suo compito nelle zone di confine.

La presidenza libanese ha precisato di essere in contatto con gli Stati Uniti e la Francia, che fanno parte del comitato incaricato di monitorare il rispetto dell’accordo di tregua.

Dall’inizio della tregua Israele ha condotto vari raid aerei in Libano, che hanno causato la morte di più di sessanta persone. Altre venti persone sono state uccise dai soldati israeliani il 26 gennaio mentre cercavano di tornare nei loro villaggi.