Il 7 aprile la corte suprema degli Stati Uniti ha revocato per motivi tecnici un divieto di espellere i migranti usando una legge di guerra del 1798. Il presidente Donald Trump ha celebrato un “grande giorno per la giustizia”, anche se la battaglia legale non è finita.

Il mese scorso Trump aveva fatto ricorso alla legge, in precedenza usata solo in tempo di guerra, per espellere verso il Salvador 238 venezuelani accusati di essere membri della banda criminale Tren de Aragua.

Il giudice federale James Boasberg aveva però sospeso per quattordici giorni le espulsioni in base a questa legge, esprimendo forti dubbi sul suo uso in tempo di pace.

Trump aveva reagito chiedendo la destituzione di Boasberg, attirandosi così un raro richiamo all’ordine da parte della corte suprema. “Da più di due secoli è riconosciuto che la destituzione di un giudice non è la risposta appropriata a un provvedimento giudiziario sgradito”, aveva affermato in un comunicato John Roberts, il presidente della corte.

Il 7 aprile il presidente ha accolto con favore la decisione della corte suprema. “I giudici hanno sostenuto lo stato di diritto nel nostro paese, permettendo al presidente di rendere sicuri i nostri confini e di proteggere le nostre famiglie. È UN GRANDE GIORNO PER LA GIUSTIZIA IN AMERICA!”, ha affermato sul suo social network Truth Social.

La corte suprema ha revocato il divieto temporaneo imposto dal giudice Boasberg principalmente per motivi tecnici.

I migranti che hanno intrapreso un’azione legale per evitare l’espulsione si trovano in Texas, mentre il caso davanti al giudice Boasberg è stato discusso a Washington.

In altre parole, il più alto tribunale degli Stati Uniti ha lasciato la porta aperta a nuovi ricorsi contro l’uso della legge del 1798 in tempo di pace.

La corte suprema ha precisato inoltre che gli stranieri da espellere usando la legge del 1798 dovrebbero avere la possibilità di contestare il provvedimento in tribunale.

Lee Gelernt, un avvocato della storica ong American civil liberties union (Aclu), ha definito il richiamo a un processo equo come una “vittoria importante”.

Il presidente della corte suprema Roberts e altri quattro giudici conservatori hanno votato a favore della revoca del divieto temporaneo di espulsione.

Altri giudici hanno dissentito. “Il presidente degli Stati Uniti ha invocato una legge di guerra vecchia di secoli per condurre delle persone in una prigione notoriamente brutale in un paese straniero”, ha affermato la giudice Ketanji Brown Jackson.

Anche la giudice Sonia Sotomayor ha espresso forte preoccupazione per “un grave attacco allo stato di diritto”.

La legge del 1798, l’Alien enemies act, era stata usata solo tre volte: durante la guerra angloamericana del 1812, durante la prima guerra mondiale e durante la seconda guerra mondiale, in quest’ultimo caso per internare più di centomila cittadini giapponesi e statunitensi di origine giapponese.