Il 14 aprile l’amministrazione Trump ha sospeso 2,2 miliardi di dollari di finanziamenti all’università di Harvard, una delle più prestigiose al mondo, dopo che aveva rifiutato di piegarsi a una serie di richieste della Casa Bianca.

Harvard, come altre università statunitensi, è nel mirino della Casa Bianca a causa della mobilitazione studentesca dell’anno scorso contro l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

“La task force congiunta incaricata della lotta all’antisemitismo ha deciso di sospendere 2,2 miliardi di dollari di finanziamenti pluriennali, oltre a contratti pluriennali per un valore di sessanta milioni di dollari”, si legge in un comunicato del dipartimento dell’istruzione.

“Le perturbazioni dell’attività didattica e le intimidazioni nei confronti degli studenti ebrei sono inaccettabili. È ora che le università d’élite affrontino il problema e s’impegnino a mettere in atto cambiamenti significativi se vogliono continuare a beneficiare del sostegno dei contribuenti”, prosegue il comunicato.

Alla fine di marzo il governo statunitense aveva minacciato di privare l’università di Harvard dei finanziamenti, accusandola di lasciar prosperare l’antisemitismo nel campus.

All’inizio di aprile aveva trasmesso varie richieste alla direzione dell’università, tra cui la fine delle politiche per l’inclusione e la diversità, e profondi cambiamenti “nei programmi che alimentano l’antisemitismo”, secondo una lettera pubblicata dal Washington Post.

Il 14 aprile, in una lettera indirizzata agli studenti e agli insegnanti, il presidente dell’università Alan Garber aveva assicurato che Harvard “non rinuncerà alla sua indipendenza e ai suoi diritti garantiti dalla costituzione”.

“Nessun governo può permettersi d’imporre a un’università privata cosa deve insegnare, quali docenti deve assumere e quali studenti deve ammettere, e su quali materie può svolgere ricerche”, aveva scritto.

L’amministrazione Trump aveva anche chiesto una valutazione completa delle opinioni degli studenti e degli insegnanti, che l’università aveva respinto con una lettera firmata dai suoi avvocati.

Secondo loro, le richieste dell’amministrazione sono “in contrasto con il primo emendamento della costituzione e con le libertà accademiche garantite da tempo dalla corte suprema”.

Il primo emendamento della costituzione garantisce le libertà fondamentali, tra cui quella d’espressione.

I finanziamenti federali costituiscono l’11 per cento delle entrate di Harvard, su un bilancio annuale di 6,4 miliardi di dollari, secondo i dati pubblicati dall’università, che ha sede a Cambridge, vicino a Boston, nel nordest degli Stati Uniti.

Di recente il governo ha tagliato quattrocento milioni di dollari di finanziamenti anche alla Columbia university di New York, che, a differenza di Harvard, ha avviato dei drastici cambiamenti nel tentativo di recuperarli.

Nelle ultime settimane negli Stati Uniti sono stati arrestati vari studenti che avevano partecipato alla mobilitazione contro l’offensiva israeliana a Gaza, nonostante avessero un visto o una “carta verde” di residenza permanente.

Il 14 aprile è stato arrestato Mohsen Mahdawi, uno studente palestinese della Columbia university.