Il 17 aprile del 1975 i soldati dei Khmer rossi entrarono a Phnom Penh, in Cambogia, e in tre giorni svuotarono la città, abitata da un milione e mezzo di persone. Durante i quattro anni in cui sono stati al potere, hanno ucciso 1,8 milioni di persone.
Le truppe vietnamite arrivarono nella capitale cambogiana il 17 gennaio del 1979, e trovarono una città fantasma, senza elettricità, con alberi sradicati in mezzo alla strada e gli edifici completamente distrutti. La ricostruzione è durata fino alla metà degli anni novanta.
Oggi si assiste a una rinascita attraverso l’urbanizzazione, il turismo e l’arte. Ma la sua crescita è anche legata alla speculazione edilizia e alla corruzione.
Il fotografo Philong Sovan, nato nel 1986, fa parte della nuova generazioni di artisti che si interrogano sull’evoluzione della società cambogiana. Nel suo progetto ancora in corso, In the city by night, usa i fari della sua moto per rivelare il quotidiano notturno degli abitanti delle città che visita, usando un approccio documentario e uno stile cinematografico.
Le immagini sono state scattate a Siem Reap e Phnom Penh tra il 2010 e il 2015.
Philong Sovan sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 2 al 4 ottobre 2015, dove presenterà il suo lavoro insieme a Christian Caujolle.
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