“La fotografia usa il linguaggio della memoria, per questo è uno strumento necessario alla trasformazione del territorio e alla costruzione di nuove città, così come indispensabile per la sua difesa, il suo recupero o la sua ricostruzione”. Con queste parole il curatore e fotografo di The third island Antonio Ottomanelli spiega cos’è il progetto e come è nato.

La Calabria, spesso considerata la terza isola italiana per la difficoltà di essere raggiunta, è al centro del progetto presentato per la prima volta alla Biennale di architettura di Venezia e in occasione del 50° anniversario dell’avvio dei lavori per il tronco A3 Salerno-Reggio Calabria (1965) e il 20° anniversario dell’apertura del porto di Gioia Tauro (1995).

The third island è anche il titolo della mostra ospitata all’Illy art lab durante la Triennale di Milano fino al 20 dicembre 2015, che raccoglie il lavoro di undici fotografi che, insieme a giornalisti, attivisti e imprenditori locali, nel corso di un anno hanno viaggiato in tutta la regione per offrire un punto di vista nuovo sui fenomeni sociali ed economici che intervengono sul territorio a livello fisico e culturale. L’obiettivo è quello di restituire, attraverso la fotografia di architettura e di paesaggio, una visione interdisciplinare e approfondita del territorio e delle forze che lo trasformano.

“La fotografia è uno strumento necessario a costruire ponti di conoscenza, infrastruttura per una memoria viva. E il progetto nasce dall’esigenza di un rapporto più profondo con il territorio”, spiega ancora Ottomanelli.

Tra i fotografi che hanno partecipato ci sono, tra gli altri, Marco Introini, Allegra Martin, Giulia Ticozzi e Francesco Stelitano.,

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