
Un tribunale della capitale cambogiana Phnom Penh ha incriminato il 2o giugno tre attivisti locali e il fondatore spagnolo dell’associazione ambientalista Mother nature per “cospirazione” e “insulto al re”. Sun Ratha, Ly Chandaravuth, Yim Leanghy e Alejandro González Davidson (che era stato espulso dal paese nel 2015) hanno denunciato il rilascio di sostanze inquinanti nel fiume Tonlé Sap. Rischiano dai cinque ai dieci anni di prigione. “In Cambogia parlare dell’ambiente è diventato un tabù, quasi come discutere di politica”, scrive il sito Cambodianess. “Ma in un paese in via di sviluppo, dove la tutela dell’ambiente e la salute delle persone finiscono in secondo piano rispetto alle esigenze economiche, rispettare la libertà di espressione e l’attivismo dei giovani è fondamentale. Invece il governo usa metodi sempre più autoritari”. La legge che introduce il reato di insulto al re è recente, approvata nel 2018, e da allora è stata usata come uno strumento per mettere a tacere il dissenso, scrive la Bbc.
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Questo articolo è uscito sul numero 1415 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati