La gestione dei flussi migratori è di nuovo uno dei temi caldi della politica europea. Il consiglio europeo del 22 ottobre a Bruxelles ha confermato le profonde divergenze tra i 27 paesi dell’Unione in materia di accoglienza, e nel continente le crisi aperte sono diverse. La situazione più grave è quella alla frontiera tra Polonia e Bielorussia, dove centinaia di persone, soprattutto afgane e irachene, sono bloccate da settimane. Varsavia accusa Minsk di aver orchestrato quest’ultima ondata di arrivi per fini politici, e ha deciso la costruzione di una barriera al confine. Intanto, scrive Mediapart, le condizioni in cui vivono i migranti sono terribili e nove persone sono già morte di freddo. Nel paese cominciano però a vedersi le prime manifestazioni di solidarietà ai migranti, come quella che si è svolta il 24 ottobre nel villaggio di Michałowo, al confine con la Bielorussia. La situazione è tesa anche in Austria, dove il 20 ottobre, scrive Der Standard, due uomini siriani sono stati trovati morti in un minibus vicino al confine con la Slovenia. In Germania, invece, la polizia ha fermato cinquanta militanti di estrema destra che pattugliavano la frontiera con la Polonia per impedire l’ingresso di migranti. Pochi giorni prima un’inchiesta internazionale aveva confermato che al confine croato i migranti sono vittime di violenze e respingimenti illegali per mano di agenti della polizia. Le tensioni non mancano neanche tra Francia e Regno Unito, con Londra che accusa il governo di Parigi di non fare abbastanza per frenare le partenze attraverso la Manica. In tutto questo, il 22 ottobre dodici paesi (tra cui Polonia, Grecia e Austria) hanno rinnovato la richiesta a Bruxelles di finanziare la costruzione di un muro lungo i confini esterni dell’Unione. “Commissione e parlamento hanno già chiarito che non ci saranno risorse per costruire muri e barriere”, ha risposto la presidente della commissione Ursula von der Leyen.◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1433 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati