Nello Yemen è in corso quella che le Nazioni Unite hanno definito la peggior crisi umanitaria del mondo. Il paese è logorato dalla guerra cominciata nel 2015, quando una coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha lanciato un’offensiva a sostegno del governo yemenita contro i ribelli sciiti huthi, che avevano conquistato parte del paese, compresa la capitale Sanaa.
Durante i sette anni di conflitto sono morte almeno 377mila persone e i trenta milioni di yemeniti sono sull’orlo della carestia, denunciano le Nazioni Unite, che hanno accusato tutte le parti di crimini di guerra. Ma i tentativi di far cessare gli scontri non hanno portato ad alcun risultato. Secondo l’Unhcr, l’agenzia che si occupa dei rifugiati, più di venti milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria e protezione, e un bambino su quattro soffre di malnutrizione acuta. A gennaio il programma alimentare mondiale ha ridotto gli aiuti allo Yemen perché non ha più fondi a sufficienza.
Nelle ultime settimane il conflitto si è inasprito a causa di una serie di attacchi con missili e droni condotti dagli huthi contro gli Emirati Arabi Uniti, che fanno parte della coalizione guidata dai sauditi. Sul fronte interno invece prosegue l’offensiva dei ribelli, lanciata nel febbraio 2021 e rinnovata a settembre, per conquistare Marib, l’ultima roccaforte del governo nel nord del paese. I dintorni della città sono ricchi di gas e petrolio, mentre la regione è considerata strategica perché unisce il nord e il sud del paese e si trova lungo la strada verso l’Arabia Saudita. Negli scontri sono morti migliaia di combattenti filogovernativi e di ribelli.
Nella zona vivono tre milioni di persone, di cui un milione di sfollati fuggiti da altre zone dello Yemen negli ultimi anni. La loro situazione è particolarmente critica. Le associazioni per la difesa dei diritti umani hanno condannato i sauditi per aver ucciso i civili nei bombardamenti e per aver bloccato la distribuzione di aiuti, e accusano gli huthi di aver colpito indiscriminatamente le zone abitate con artiglieria e missili. Migliaia di persone hanno abbandonato le loro case, quarantamila solo da settembre. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, a Marib e nei suoi dintorni ci sono 137 campi profughi. (foto Contrasto) ◆
Lorenzo Tugnoli è un fotografo italiano che vive in Libano. Si occupa di Medio Oriente e Asia centrale. Documenta le conseguenze umanitarie dei conflitti nella regione.
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Questo articolo è uscito sul numero 1447 di Internazionale, a pagina 60. Compra questo numero | Abbonati