In Libia un’unità delle forze armate del governo di Tripoli ha liberato a Bani Walid 195 persone, tra cui 23 donne e due bambini, che erano stati sequestrati da un gruppo coinvolto nel traffico di esseri umani, riporta Al Quds al Arabi. I migranti, originari di Egitto, Eritrea, Etiopia, Niger, Nigeria e Sudan, sono stati vittime di torture e stupri, e ridotti alla fame durante la prigionia. I sequestratori li tenevano in ostaggio per chiedere un riscatto alle loro famiglie. Un recente rapporto di una missione delle Nazioni Unite ha documentato le torture e le violazioni dei diritti umani subite dai migranti africani in Libia. Gli investigatori indagano anche sulla possibilità che a Bani Walid i cadaveri dei migranti siano stati occultati in fosse comuni.
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Questo articolo è uscito sul numero 1456 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati