L’11 maggio una giornalista palestinese di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh (nella foto), è stata uccisa durante un’operazione delle forze israeliane a Jenin, nel nord della Cisgiordania. L’emittente accusa l’esercito israeliano di averla uccisa “a sangue freddo” con un proiettile alla testa. Un altro giornalista di Al Jazeera, Ali Samoudi, è rimasto ferito. Il 5 maggio tre israeliani sono morti in un attacco a Elad, a est di Tel Aviv, nel 74° anniversario della nascita dello stato ebraico. È stato il settimo attacco nel paese dal 22 marzo, ricorda The Times of Israel. I presunti responsabili sono stati arrestati l’8 maggio. Lo stesso giorno i soldati israeliani hanno ucciso un palestinese che cercava di entrare in Israele attraverso la barriera di sicurezza a Tulkarem, in Cisgiordania. Il 4 maggio la corte suprema d’Israele ha respinto una petizione contro l’espulsione di più di mille palestinesi da Masafer Yatta, una zona rurale a sud di Hebron che Israele ha destinato agli addestramenti militari.
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Questo articolo è uscito sul numero 1460 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati