Dopo la strage nella scuola elementare Robb di Uvalde, in Texas, in cui sono morti 19 bambini e due insegnanti, il procuratore generale dello stato, Ken Paxton, ha detto che il modo migliore per evitare eventi simili in futuro sarebbe armare il personale della scuola. “Paxton ignora il fatto che la presenza di una guardia di sicurezza armata all’ingresso non ha scoraggiato l’attentatore, e anche il fatto che la legge del Texas consente di portare armi al lavoro già a chi fa parte del personale scolastico ed è addestrato”, scrive Vox. Questa legge è stata approvata nel 2013 come risposta alla sparatoria dell’anno prima alla scuola Sandy Hook, in Connecticut, in cui erano morti venti bambini. Sia le parole di Paxton sia il provvedimento del 2013 mostrano che dopo le stragi le norme sul controllo delle armi vengono allentate invece che inasprite. Questa dinamica è stata descritta in uno studio pubblicato nel 2020 sul Journal of Public Economics, che ha esaminato le leggi approvate nei vari stati dopo le stragi degli ultimi anni. “Negli stati controllati dai repubblicani, una sparatoria di massa fa raddoppiare nell’anno successivo il numero di leggi che riducono le restrizioni sulle armi”. Secondo gli esperti, questo dipende dal fatto che i gruppi che difendono il diritto alle armi sono più attivi e più efficaci nel fare pressioni che portino cambiamenti politici.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1463 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati