Mappe
◆ Ho letto l’ultimo editoriale di Giovanni De Mauro (Internazionale 1475) che riporta un post di Rebecca Solnit sull’imprevedibilità. Ho 28 anni e mi sento parte di una generazione che in pochi anni ha dovuto imparare ad abbracciare questo concetto. I nostri genitori ci hanno trasmesso la necessità di costruire un futuro stabile (contratto a tempo indeterminato, una casa di proprietà, una famiglia). Ora l’idea di futuro è completamente cambiata ed è difficile muoversi all’interno di questa società. Se vogliamo avere una visione realistica del mondo che ci circonda dovremmo imparare a mettere tutto in discussione e destreggiare l’imprevedibile. Solo così saremo in grado di proiettarci in modo realistico nel futuro. Più che una mancata conoscenza del passato, possiamo ricondurre il tutto a un cambiamento di valori?
Antonio Ciccolella
Resto qua
◆ È bello leggere il coraggio e la combattività di un contadino contro la costruzione di un grigio e immenso aeroporto (Internazionale 1474). Poi ragionandoci, l’articolo viene da un giornale tedesco, cioè dal paese europeo che viaggia di più in aereo, e che ha la più grande compagnia aerea continentale. L’articolo è molto bello ma alla fine, dopo i sentimenti, vince sempre la maggioranza, quindi l’aeroporto. Io avevo in programma un viaggio negli Stati Uniti e mi sono chiesto se fosse davvero necessario. Sono rimasto nella casa di famiglia negli Appennini a fare il contadino, rinunciando al volo.
Riccardo Ruggeri
Viaggio
◆ La Moleskine è da tanto tempo chiusa nel cassetto che sarebbe troppo audace affermare che il numero speciale sui viaggi (Internazionale 1471) possa sostituire una partenza, però alcuni racconti sono molto stimolanti e spingono a un viaggio particolare volto a cercare connessioni tra scrittura, immagini, musica. Mi riferisco in particolare all’articolo “Un eroico fallimento”, il cui sottofondo musicale non potrebbe che essere Shakleton di Battiato/Sgalambro; mentre leggendo “Quello che resta” mi sono tornate alla mente le immagini del film L’insulto. I disegni del fumetto “Sotto il sole della Spagna” rimandano invece alle scene di un film più recente: Alcarràs.
Daniele Baldisserri
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Questo articolo è uscito sul numero 1476 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati