◆ In Europa l’inverno che sta per cominciare potrebbe essere più caldo del solito, ma è difficile fare previsioni perché le condizioni climatiche sono anomale. Quest’estate l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) ha annunciato che il fenomeno climatico della Niña durerà fino a febbraio del 2023, arrivando a tre anni consecutivi per la prima volta dall’inizio del secolo. La Niña si alterna con il fenomeno opposto del Niño, riducendo le temperature dell’oceano Pacifico equatoriale con effetti in tutto il mondo. In Africa orientale, per esempio, la Niña sta causando una lunga siccità. In Eurasia, invece, di solito porta inverni freddi.
Quest’anno però l’inverno potrebbe essere freddo in Asia centrale ma non in Europa. Secondo uno studio pubblicato su Advances in Atmospheric Sciences, in Europa i mesi invernali potrebbero essere più caldi del previsto. Il caldo anomalo dipenderebbe da fattori diversi, tra cui l’oscillazione nordatlantica e la presenza di un anticiclone sugli Urali. Ovviamente i ricercatori devono anche considerare gli effetti della crisi climatica. Uno studio pubblicato su npj Climate and Atmospheric Science mostra come il rapido riscaldamento della regione artica aumenti l’umidità della Siberia, che potrebbe rendere più frequenti e intense le nevicate. Le previsioni a lungo termine sono quindi molto difficili, ma utili per gestire meglio la produzione agricola e la salute umana, oltre che per limitare le conseguenze dei disastri naturali.
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Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati