Alcuni ricercatori hanno individuato centinaia di varianti genetiche che influenzano il consumo di tabacco e alcol. Questi comportamenti hanno anche una componente genetica, e quindi ereditaria, e sono associati rispettivamente al 15 e al 5,3 per cento dei decessi a livello globale (legati principalmente all’aumento della probabilità di contrarre malattie e incorrere in incidenti). Lo studio è basato sui dati di quasi 3,4 milioni di persone, la maggior parte delle quali di origine europea, con un 21 per cento di origine africana, americana e asiatica. La varietà del campione, superiore a quella di altri studi, ha permesso di ottenere risultati più precisi. I dati genetici sono stati collegati ad alcuni fattori, tra cui l’età alla quale si comincia a fumare, la quantità di alcol consumata ogni settimana e la capacità di abbandonare le sigarette. Questi fattori dipendono ovviamente da molti altri – culturali, sociali e ambientali – ma hanno anche una componente genetica. Le varianti genetiche individuate dai ricercatori sono legate allo sviluppo del sistema nervoso e al suo funzionamento. Uno studio allargato ad altre regioni potrebbe dare risultati diversi. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1491 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati