◆ Secondo uno studio pubblicato su Science, basato su modelli aggiornati, lo scioglimento dei ghiacciai montani sarà più rapido del previsto. I ricercatori hanno analizzato 215mila ghiacciai, valutando lo spessore del ghiaccio e altri fattori, tra cui la presenza di detriti in superficie. Hanno considerato vari scenari climatici, con aumenti di temperatura alla fine del secolo di 1,5, due, tre e quattro gradi rispetto all’era preindustriale.
Nello scenario più favorevole di un aumento di 1,5 gradi, circa metà dei ghiacciai andrebbe persa, con conseguente aumento del livello del mare e minore disponibilità idrica per le popolazioni a valle. Considerando invece la massa, la perdita sarebbe del 26 per cento. Con un aumento di 2,7 gradi, quello previsto se i governi rispettassero gli impegni presi alla conferenza Cop26, intere regioni, soprattutto in Europa centrale, Canada, Stati Uniti e Nuova Zelanda, perderebbero i loro ghiacciai, mentre il mare si alzerebbe di 11,5 centimetri. Sarebbero vulnerabili anche i ghiacciai del Caucaso, del Medio Oriente e dell’Asia settentrionale, oltre a quelli equatoriali. Nello scenario peggiore di un aumento di quattro gradi, i ghiacciai perderebbero il 41 per cento della massa, con un aumento del livello del mare di 15,4 centimetri.
In Italia un aumento di 1,5 gradi causerebbe lo scioglimento dell’unico ghiacciaio dell’Abruzzo e di altri del settore alpino orientale. Un aumento di tre gradi coinvolgerebbe anche i ghiacciai del settore alpino occidentale.
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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati