“Nessuno è lì solo per fare un’intervista su se stesso” dice il producer Toumba, uno dei musicisti emergenti di Amman. Toumba è ottimista sul destino della scena elettronica della capitale giordana, che secondo lui si fonda sulla fraternità. Amman è una delle città più cosmopolite del Levante. È stata a lungo il quartier generale di molte ong e aziende, e questo ha avuto un impatto sulla gentrificazione della città. I mezzi d’informazione in lingua inglese finora hanno parlato della scena elettronica locale, ma senza mai recensire i dischi. Oggi le cose stanno cambiando. In città mancano infrastrutture essenziali come radio, studi di registrazione, finanziamenti. Questo rende difficile per gli artisti della classe operaia costruirsi una carriera sbarcando il lunario. Il finanziamento delle arti è insufficiente. Luoghi come il teatro Al-Balad hanno chiuso durante i primi giorni della pandemia, ma ad Amman stanno nascendo progetti di livello internazionale, come quello del provocatore pop Idreesi o il producer elettronico Al-Mutreb Abul-Loul. La nuova sede del locale notturno MNFA, dove Toumba è uno dei curatori del programma, è un luogo dove ci si diverte molto, ma per i suoi proprietari è anche l’epicentro di una scena musicale all’avanguardia. E poi c’è la Drowned By Locals, un’etichetta discografica molto apprezzata anche all’estero che pubblica musica trasgressiva da tutto il mondo.
Bertie Coyle, Bandcamp Daily
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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati