Alla fine di febbraio la corte suprema del Kenya ha stabilito che il governo ha sbagliato a non autorizzare la registrazione di un’associazione lgbt nel 2015, discriminando di fatto questa comunità. I matrimoni omosessuali sono illegali in Kenya, ma l’alto tribunale ha riconosciuto che questo non ha niente a che vedere con il diritto delle persone lgbt di formare un’associazione. Come riporta il sito dell’emittente keniana Ntv, il presidente William Ruto ha detto di rispettare il verdetto della corte, precisando, però, che “non lascerà che il suo paese vada in quella direzione”. Nel vicino Uganda il 28 febbraio il parlamentare Asuman Basalirwa ha presentato una proposta di legge per sanzionare “la promozione, il reclutamento e il finanziamento” delle attività lgbt. Nel paese le relazioni tra persone dello stesso sesso sono vietate dal codice penale che risale all’epoca coloniale. Una dura legge contro i gay era entrata in vigore nel 2014, ma è stata successivamente annullata dalla corte costituzionale. Secondo l’attivista per i diritti umani ugandese Frank Mugisha, che scrive su The Monitor, “tutto il dibattito contro i gay è solo un diversivo per allontanare l’attenzione degli ugandesi dai loro veri problemi”. L’omosessualità è considerata un crimine in più di trenta dei 54 paesi africani.
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Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati