Quando una nazione sta curando le ferite lasciate da guerre e occupazioni, esalta chi ha resistito eroicamente e demonizza chi ha collaborato con il nemico. Per la gente comune, concentrarsi sui due estremi è un modo di attenuare il giudizio sul proprio comportamento, che molto spesso si trova da qualche parte nel mezzo. Eppure collaborazioni anche clamorose possono avere motivazioni ed esiti complessi. Questo, a grandi linee, è il filo che tiene insieme tre storie della seconda guerra mondiale raccontate in The collaborators dello storico Ian Buruma. Tutte e tre le storie riguardano personaggi sfuggenti: l’estone Felix Kersten, che fu massaggiatore e confidente di Himmler; Friedrich Weinreb, ebreo viennese trasferito nei Paesi Bassi; e infine Yoshiko Kawashima, discendente di una famiglia nobile cinese, rifugiata in Giappone e diventata una specie di Giovanna d’Arco della propaganda nipponica. Attraverso storie molto diverse Buruma indaga anche la natura della disonestà e del tradimento, che quasi mai risparmiano chi li perpetra. The Economist
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Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati