Il 24 febbraio 2022, meno di un’ora prima che i carri armati di Mosca entrassero in Ucraina, il sistema di comunicazioni satellitari a cui si affidava Kiev è stato sabotato da alcuni hacker russi. Victor Zhora, a capo dei servizi di sicurezza informatica ucraini, ha dichiarato che l’attacco ha causato una perdita enorme d’informazioni proprio all’inizio della guerra. E un ex funzionario della sicurezza occidentale ha calcolato che per prepararlo devono esserci voluti uno o due anni.
La frequenza degli attacchi informatici è aumentata dal 2021. “Sono state identificate dinamiche ricorrenti: la diffusione di notizie false nei siti web del governo per suscitare panico o rabbia, l’interruzione temporanea di servizi essenziali, falsi allarmi bomba in spazi pubblici”, spiega Lorenzo Maccotta, che tra gennaio e febbraio del 2022 ha fotografato alcuni dei luoghi coinvolti in operazioni di questo tipo raccolti nella serie The soft side. “Nel 2021 il capo della polizia nazionale ucraina Sergej Knjazev ha dichiarato che molti dei responsabili erano stati localizzati, ma nella maggior parte dei casi gli autori non sono stati individuati”.
Secondo l’Economist, nonostante gli enormi sforzi, con gli attacchi informatici la Russia non sarebbe riuscita a creare la confusione e la paura che sperava, ma potrebbero volerci anni per valutare a fondo le conseguenze delle operazioni condotte con questi metodi. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1505 di Internazionale, a pagina 70. Compra questo numero | Abbonati