Il nuovo romanzo di Dani Shapiro si apre con un incidente, ma in fin dei conti è un’opera più tranquilla e filosofica di quanto il suo tragico incipit possa far pensare. I lettori che conoscono l’autrice ritroveranno il suo interesse per i segreti di famiglia e per i temi metafisici: gli incroci tra tempo e memoria, la realtà dell’anima umana e i legami inaspettati tra estranei. Il segreto della famiglia Wilf è “il tipo più profondo di segreto familiare, così pericoloso che non verrà mai pronunciato”. La prima parte del libro, datata 27 agosto 1985, racconta i fatti come si sono svolti all’epoca: Theo Wilf, quindici anni, sta guidando la Buick della madre; la sorella maggiore Sarah, che ha la patente ma ha bevuto, è sul sedile posteriore; l’amica Misty è vicina a lui. Theo si schianta con l’auto contro l’enorme quercia nel cortile di casa dei Wilf e dopo che il padre, il dottor Benjamin, si precipita fuori per assistere Misty, svenuta e sanguinante, Sarah dice che era lei a guidare. La parte successiva si svolge più di trent’anni dopo. È l’ultima notte che Ben Wilf vive nella casa di famiglia, anche se non ci è ancora detto dove sta andando o perché. In questa fredda notte di dicembre, Ben, 74 anni, guarda fuori dalla finestra e vede Waldo Shenkman, il bambino di dieci anni che vive dall’altra parte della strada. Waldo chiede a Ben di vedersi vicino a quello che lui chiama “l’albero magico”. Lì Waldo gli mostra un’app sul suo tablet chiamata Star Walk, in grado di visualizzare il cielo notturno come era posizionato in qualsiasi momento della storia e su qualsiasi luogo della Terra. Questa app, spiega Waldo, lo conforta quando ha brutti pensieri. Inaspettatamente, anche il tecnofobico Ben sperimenta la meraviglia dell’app. “Da questa distanza, sembra possibile che tutto stia accadendo contemporaneamente: questa vita, quella vita, un numero incommensurabile di vite che si svolgono in parallelo”, pensa. L’idea che tutte le versioni di una persona nel tempo coesistano in ogni momento è al cuore di Segnali di fuoco.
Nei capitoli successivi Dani Shapiro salta avanti e indietro negli anni, e il libro si conclude tornando all’inizio: nel 1970, in un momento di quasi perfetta unione per la famiglia Wilf, prima che la vita si accanisse contro di loro.
Marion Winik, The Washington Post
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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati