“Una città è un testo che racconta la storia dei popoli che ci hanno vissuto. Ogni strada e ogni edificio testimoniano i diversi stili architettonici che si sono susseguiti, ma anche l’ascesa e la caduta dei loro abitanti nelle gerarchie sociali. In strada ci incontriamo per festeggiare, per celebrare qualche evento storico, per protestare contro il governo o per rivolgerci alla società in maniera decisa. I corpi riuniti nella strada formano quell’entità chiamata ‘popolo’, una forza politica fondamentale in grado di rovesciare le monarchie, fermare le guerre o cambiare leggi solidissime”, scrive Guadalupe Nettel nell’editoriale che introduce il numero di aprile della Revista de la Universidad de México dedicato alla strada. Nel 2020, in piena pandemia, la gente ha ridotto la sua presenza negli spazi pubblici. Molte strade sono rimaste deserte, senza pedoni né auto in circolazione. Oggi, nonostante il traffico sia ripreso, molte persone non hanno recuperato la vita sociale di un tempo e i giovani escono di meno. Per non parlare dell’abitudine di lavorare da casa. Ma cosa perdiamo se non usiamo lo spazio pubblico? ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati